Tigray, Biden: “Via le truppe di Eritrea ed Etiopia, tregua ora”

ROMA – “Le parti belligeranti” nella regione etiope del Tigray “devono aderire a un cessate il fuoco e le truppe etiopi ed eritree devono ritirarsi dalla regione” per “mettere fine alle violazioni dei diritti umani su larga scala” che si stanno verificando nell’area. È l’appello lanciato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che in un comunicato si è detto “profondamente preoccupato dall’escalation di violenze e dal peggioramento delle divisioni regionali ed etniche che sta avendo luogo in diverse parti dell’Etiopia”. Le dichiarazioni del capo di Stato arrivano a pochi giorni dall’imposizione di sanzioni economiche e restrizioni all’emissione dei visti a tutti quei funzionari dei governi e dei membri delle forze armate etiopi ed eritree ritenuti responsabili “di ostacolare la risoluzione del conflitto nel Tigray”. 

Biden ha esortato tutte le parti e “in modo particolare le truppe etiopi ed eritree” a “garantire immediato e totale accesso umanitario nel Tigray per prevenire la possibilità di una carestia diffusa” che, stando a un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani citato da Biden, “rischia di colpire l’Etiopia per la prima volta dagli Anni 80 a causa del prolungarsi del conflitto”.

Il governo di Addis Abeba ha reagito alle sanzioni imposte da Washington definendole “tentativi inappropriati e totalmente inaccettabili di immischiarsi” nei suoi affari interni che potrebbero costringere il Paese a “rivalutare” i suoi rapporti con gli Stati Uniti. Lo scorso novembre, l’Etiopia ha lanciato un’offensiva militare contro il partito che controllava il Tigray, il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf). Addis Abeba ha dichiarato il conflitto concluso il 28 dello stesso mese ma gli scontri continuano. Ieri l’Onu ha denunciato l’arresto di circa 200 sfollati che si trovavano in un campo informale nella regione a opera di militari etiopi.
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