VIDEO| Fiere, De Negri: “Terzo tentativo di riaprire la 24esima edizione della Borsa mediterranea del Turismo”

NAPOLI – “Questo è il terzo tentativo che facciamo di aprire la 24esima edizione della Borsa mediterranea del Turismo e sembra che questa sia la volta giusta. Siamo a pochi giorni dall’apertura e all’inaugurazione del 18 giugno, alle 12, ci sarà il ministro Garavaglia”. Così alla Dire Angelo De Negri, presidente di Progecta srl e ideatore della Bmt di Napoli. La Fiera, nata 24 anni fa da una intuizione di De Negri, è da sempre “tutta privata, ma oggi – spiega – abbiamo il supporto importante della Regione Campania per quanto riguarda l’ospitalità degli stranieri”.

La Bmt, racconta il presidente di Progecta, “ebbe successo da subito perché il territorio richiedeva un appuntamento del genere, per un Paese come l’Italia non si potevano avere solo la Bit e l’evento di Rimini”. De Negri sottolinea come negli anni la Bmt abbia contribuito “almeno per il 30% alle presenze turistiche” in Italia perché noi ogni anno abbiamo ospitato tra i 100 e 120 operatori stranieri, selezionandoli in collaborazione con Enit, pretendendo che pubblicizzassero sia il nostro territorio che tutto il Paese. Quando arrivano gli operatori per la Bmt non vengono in vacanza, qui organizziamo workshop con 500 supplier dove si vendono la Campania e l’Italia”. Questa edizione sarà “ovviamente ridotta – chiarisce – nel numero di presenze per cause di forza maggiore” e spiega come l’idea di farla a giugno (dal 18 al 20, invece che a marzo come di consueto, ndr) rappresenti “una porta che si apre sulle vacanze, il tempo giusto per presentare prodotti nuovi”.

“NON SOLO BMT, CON PROGECTA ANCHE GUSTUS E PHARMEXPO”

“Oltre alla Borsa mediterranea del Turismo – spiega De Negri – organizziamo altri appuntamenti. C’è Arkeda, la fiera di architettura, edilizia e arredo, a cui hanno partecipato ogni anno 1.500 architetti e ai quali abbiamo offerto i corsi ecm. Qui oltre all’esposizione c’è anche la parte scientifica, tanto da considerarla un convegno”. “Poi abbiamo Pharmexpo, la nostra seconda fiera per anzianità, dove – prosegue – c’è l’incontro tra la case produttrici e le farmacie. Ancora, abbiamo Gustus che è molto interessante data anche la vocazione agroalimentare del nostro territorio. Infine, abbiamo iniziato a fare una fiera sul franchising che rappresenta una apertura ai giovani. Abbiamo anche vinto la gara bandita dalla Mostra d’Oltremare per la fiera della Casa: abbiamo curato un restyling del marchio che ha oltre 70 anni e avremmo dovuto organizzarla per il 2020 ma – conclude De Negri – a causa della pandemia è stato sospeso tutto”. 

“RISTORI VERGOGNOSI, SERVE RISARCIMENTO DANNI”

Per il presidente di Progecta Srl e amministratore di Airontour srl-I viaggi dell’airone, fondata da lui stesso nel 1975: “Tutto quello che si è annunciato come ristori, come sostegni, non è servito a nulla per quella che è la nostra attività di tour operator, che è una attività industriale. E non siamo nemmeno stati ristorati della seconda parte. Siamo molto preoccupati e so che i colleghi della Stoi, l’associazione dei tour operator, hanno chiesto al ministro di avere un incontro riservato”. Situazione simile per le agenzie di viaggio che, avverte, “sono considerate come se fossero degli ambulanti. Si diceva, con il vecchio governo, che erano state ristorate con 1.000-2.00 euro, ma con quella cifra non si paga neanche il negozio. Molte hanno dovuto chiudere. Si sarebbe dovuto fare come hanno fatto molti paesi in Europa che hanno immediatamente versato sui conti una cifra importante, una tantum, e quella ha fatto in modo che non ci si demoralizzasse”. “Noi – attacca De Negri – abbiamo bisogno di un risarcimento danni. La cassa integrazione va bene, ma finirà. Con Progecta abbiamo incassato 20mila euro: solo per mantenere l’ufficio e provare a far rientrare tutto il personale dalla cassa integrazione per ripartire con le fiere se ne sono andati altro che 20mila euro. È vergognoso. Noi, iscritti all’Associazione esposizioni e fiere italiane, l’Aefi, e che non siamo tra le strutture più grandi, siamo insieme agli organizzatori di fiere di Bologna e Milano in una situazione rischiosa perché quello che ci è stato assegnato è un’elemosina. Noi, ad esempio, alla Mostra d’Oltremare versiamo centinaia e centinaia di migliaia di euro per poterci accaparrare gli spazi”.

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