Ente dei ragionieri, fiducia per l’equilibrio a lungo termine

Redazione

“Si, stiamo molto meglio di prima”. Si lascia andare Luca Pagliuca, presidente della Cassa dei ragionieri. Grazie alla legge di StabilitĂ , una nuova categoria professionale entrerĂ  nell’esangue cassa dei ragionieri: gli “esperti contabili” (laurea triennale in economia). “Questo risultato, da noi fortemente voluto, permetterĂ  il raggiungimento di due grandi risultati: da una parte, l’accesso alla previdenza privata per questi professionisti; dall’altra una rinnovata soliditĂ  per la Cnpr, che passa da una proiezione di stabilitĂ  a 30 anni (così come da norma vigente) ad una a 50 anni, prevista dalla piĂą restrittiva “norma Fornero”, evidenziando un patrimonio largamente positivo nel 2064”. Sì, davvero è passata la paura alla Cassa. Del resto, dopo aver riunificato qualche anno fa i due ordini di commercialisti (dottori e ragionieri), la vecchia legge di delega, la 139, prevedeva l’emanazione di un decreto delegato per unificare anche le due casse. Poi però quel decreto non fu mai emanato per una resistenza dei dottori commercialisti, che hanno una situazione previdenziale molto migliore. Il motivo della ricerca di un partner per la Cassa dei ragionieri era molto semplice: questi professionisti sono una categoria in via d’estinzione, gli ingressi sono stati quasi nulli negli ultimi anni. Ma al tempo stesso il rubinetto delle uscite andava e va avanti, tanto da aver allarmato l’ex ministro Elsa Fornero, che aveva raccomandato nel 2013 una serie di correttivi, ad esempio l’introduzione di un contributo di solidarietĂ  sulle pensioni dei ragionieri quale penalitĂ  per il mancato equilibrio a 50 anni, piĂą un aumento dell’aliquota contributiva soggettiva al 13 per cento nel 2016, da portare al 15 entro il 2018. In prospettiva, comunque, la situazione non era rosea e, come si sa, per un ente previdenziale piĂą che i conti di oggi valgono quelli di domani, quando si dovrĂ  assicurare un decente assegno a chi lascia il lavoro. Inutile dire che la Cassa aveva giĂ  adottato delle contromisure: nel 2004 era entrato in vigore il sistema contributivo pro rata per tutti, cancellando qualsiasi differenza tra vecchi e giovani. Ma se scarseggiano i nuovi arrivi l’equilibrio a lungo termine non regge, soprattutto se si va a grandi passi verso la “gobba” previdenziale dei prossimi 20-25 anni, dovuta all’uscita dei baby boomers, che dovranno essere “mantenuti” (così accade nel sistema a ripartizione) dai pochi attivi. Ora però davvero la Cassa può guardare con piĂą fiducia al futuro. E non sono vere le voci che parlano ancora della possibilitĂ  di un’ulteriore fusione con l’ente dei dottori commercialisti: “Qualcuno specula su queste voci ma non c’è nessuna intenzione da parte di alcuno di arrivare a una fusione – dice il presidente – sinergie però possono essere ricercate e noi vogliamo farlo, mantenendo però ciascuno dei due enti la propria autonomia”.

Fonte: La Repubblica Affari & Finanza

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