Omofobia, Comune di Pescara dice no alle panchine arcobaleno. E a Chieti spunta una svastica

PESCARA – “Lotta alla discriminazione, tutela dei diritti, autodeterminazione del proprio corpo e della propria vita. Tutti valori che a Pescara questa maggioranza di centrodestra continua a vilipendere e calpestare”. Questo il commento, in una nota, del consigliere comunale, Paolo Sola, primo firmatario dell’ordine del giorno del Movimento 5 Stelle Pescara con cui si chiedeva l’istituzione delle cosiddette “panchine arcobaleno”, bocciato nell’ultima seduta del Consiglio Comunale. Un atto sottoscritto anche dai gruppi di centrosinistra. “Un gesto simbolico – prosegue Sola – volto a stimolare una sensibilità collettiva verso il rispetto e i diritti della comunità Lgbtqi+. La notte tra il 25 e 26 giugno 2020 la nostra città salì alla ribalta delle cronache nazionali per colpa di una vile aggressione di matrice omofoba – ricorda – e a quasi un anno da quell’ignobile episodio la classe politica che ci amministra perde l’occasione per lanciare un messaggio di inclusione, legata com’è alle proprie visioni medievali di società. Ancora oggi ci sono persone che fanno più fatica a far valere i propri diritti per colpa dell’ignoranza di chi li circonda, è un dato di fatto che non si può far finta di non vedere, né si può contribuire ad alimentare con decisioni come questa”.

L’ordine del giorno invitava anche a coinvolgere associazioni studentesche ed enti del terzo settore nella realizzazione delle panchine, con l’ulteriore obiettivo di intercettare proprio le fasce di età più giovani per promuovere un’azione di sensibilizzazione e consapevolezza sul tema del rispetto e della tutela dei diritti della comunità Lgbtqi+. “Un’occasione persa per chi ha votato no – aggiunge la capogruppo comunale M5s Erika Alessandrini – per dimostrare che Pescara è una città contro l’omotransfobia e che tutela i diritti di tutti. Una città che vuole alimentare un percorso di consapevolezza e di lotta a qualsivoglia forma di intolleranza. Una città che non si sente rappresentata da chi alimenta una distinzione innaturale e irrispettosa tra diritti di serie A e diritti di serie B”.

Sdegno lo esprimono anche i Giovani e le Giovani Democratiche pescaresi che parlano di “altra pagina estremista” dell’amministrazione guidata da Carlo Masci. “Una deriva sempre più pericolosa che non rappresenta la nostra città, che è una città moderna e vuole guardare avanti – scrivono in una nota -. Siamo sconcertati dalle vampate ideologiche che chiudono lo sguardo della maggioranza consiliare quando si parla di alcuni argomenti. Pescara non è la città estremista che il centrodestra cerca di raccontare con certi voti in Consiglio Comunale. La motivazione per cui i gruppi di maggioranza hanno ritenuto di bocciare l’ordine del giorno sulle panchine arcobaleno, è che mira a tutelare una minoranza, quella della comunità Lgbtq+, ma non altre che meriterebbero la stessa attenzione. Rispediamo al mittente tali affermazioni con cui il centrodestra continua respingere ogni proposta formulata sui diritti della comunità Lgbtq+, e lanciamo una sfida alla maggioranza comunale: proporre un’iniziativa a difesa e salvaguardia di tutte le diversità, dato che ritengono sia l’unica opzione percorribile. Quando e se lo faranno, ci troveranno senz’altro a favore”. I Giovani Democratici esprimono invece soddisfazione per l’istituzione delle stesse ‘panchine arcobaleno’ votata dal Comune di Spoltore auspicando che lo stesso accada a Montesilvano e Cappelle Sul Tavo.

E A CHIETI SPUNTA UNA SVASTICA SULLA PANCHINA ARCOBALENO DA INAUGURARE

Mentre Pescara dice no alle panchine arcobaleno, a Chieti la panchina realizzata dalle attiviste e dagli attivisti dell’associazione Arcigay Chieti in Piazza Carafa con il patrocinio del Comune teatino, già installata ma ancora da inaugurare, è stata vandalizzata con una svastica. A renderlo noto sono i Giovani Democratici e Democratiche di Pescara e l’associazione Mazì-Arcigay Pescara che esprimono il loro sostegno all’Arcigay Chieti e il “totale sdegno nei confronti di chi si cela dietro il vile gesto. Le panchine arcobaleno – scrivono in una nota congiunta – simboleggiano l’uguaglianza tra le persone nonché il rispetto dei diritti; quel segno oltraggioso costituisce un’offesa per tutte e per tutti. Quei sei colori rappresentano la comunità Lgbt+ e aver negato questa richiesta significa aver respinto l’intera comunità in questione, una comunità spesso sottoposta a discriminazioni e violenze. Alcune istanze – conclude la nota – non dovrebbero avere colore politico, ma dovrebbero essere percepite come battaglie comuni. Le associazioni e i partiti con a cuore i diritti civili lotteranno con ancora più determinazione per sconfiggere la piaga dell’odio e dell’intolleranza”.

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