Covid, studio ‘Nature’: “Immunità di chi lo ha avuto potrebbe durare per sempre”

ROMA – L’immunità in chi ha contratto il Covid potrebbe durare molto a lungo e forse addirittura per tutta la vita. L’analisi di letteratura scientifica guidata da Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica, trova ora conferma in uno studio della Washington University School of medicine di St. Louis, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, tra le più autorevoli al mondo.

La metanalisi condotta da Altamedica ha preso in considerazione inizialmente circa 1.000 studi eseguiti in tutto il mondo e pubblicati su riviste scientifiche, per poi selezionare i 50 più ampi e robusti, per trovare risposte sulla durata della difesa immunitaria contro il Sars-CoV-2. “La protezione dalla reinfezione è stata dimostrata negli individui con anticorpi per il Sars-CoV-2 – spiega Giorlandino – e i dati indicano che la memoria delle cellule T, delle cellule B e gli anticorpi ‘riattivati’ da un successivo contatto, persisteranno per anni nella maggior parte dei guariti”. Inoltre, aggiunge GIorlandino, “chi ha contratto altri comuni coronavirus, ad esempio la Mers, presenta anticorpi e cellule di memoria T anche molti anni dopo l’infezione. E’ pertanto ipotizzabile, per analogia, che anche il Sars-CoV-2 induca una lunga memoria immunitaria e che tale immunità duri forse anche tutta la vita”.

La conferma arriva oggi dalla ricerca americana, condotta su 77 partecipanti con casi lievi di Covid-19, che hanno fornito campioni di sangue ogni tre mesi. Lo studio dimostra che le plasmacellule del midollo osseo a lunga vita sono una fonte persistente ed essenziale di anticorpi protettivi. Nel dettaglio emerge che gli anticorpi sierici anti-SARS-CoV-2 spike diminuiscono rapidamente nei primi 4 mesi dopo l’infezione e poi più gradualmente nei successivi 7 mesi, rimanendo rilevabili almeno 11 mesi dopo l’infezione. Coerentemente, negli individui convalescenti sono state rilevate cellule B di memoria a riposo circolanti dirette contro la proteina S. Nel complesso, si dimostra che l’infezione da SARS-CoV-2 induce una risposta immunitaria umorale antigene-specifica e di lunga durata negli esseri umani.

Analoga ricerca è già in corso presso il centro di ricerche Altamedica di Roma dove gli studiosi stanno valutando, grazie alla acquisizione di uno strumento citometrico a flusso magnetico di ultima generazione, capace di distinguere e selezionare popolazioni cellulari specifiche, la presenza di linfociti B di memoria in un gruppo di volontari che hanno contratto il Covid sia in forma sintomatica che asintomatica da un periodo molto lungo insieme a soggetti con una singola somministrazione vaccinale. Lo studio ora iniziato sta per fornire informazioni estremamente importanti alla comunità scientifica internazionale sull’immunità permanente dimostrando che, vaccinare coloro che hanno superato la malattia o coloro che hanno ricevuto solo una singola dose di vaccino, è perlomeno inutile giacché costoro presentano comunque una immunità permanente.

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