VIDEO | Open day Bologna, per 1.200 dosi vaccino arrivano in 7.000: ressa, spintoni e insulti

Di Pietro Tabarroni e Andrea Sangermano

BOLOGNA – Alle 4 del mattino erano già in 200, e il numero di ‘accampati’ ha continuato a crescere di ora in ora: 500, 700, 1.200 e così via, fino a diventare un numero ingestibile, fino a toccare quota 7.000 persone. Alcuni già vaccinati, hanno solo accompagnato un amico o il compagno, e speravano di fare in fretta, per andare al mare. Altri vanno a prendere la colazione mentre gli amici aspettano.  È l’’esercito’ degli over 18 che dalla notte ha affollato il piazzale davanti all’hub vaccini della Fiera di Bologna, dove per oggi è stato ‘organizzato’ il primo open day vaccinazione della città: 1.200 dosi di Johnson & Johnson, in teoria da distribuire ai primi ad arrivare, che si sono pure messi in fila. Peccato che, una volta raccolti i nomi e assegnato a ciascuno un numero, all’apertura delle porte salta tutto. Ore 8: la folla, a frotte, si scaglia dentro l’hub a spintoni, e quelli che prima sembravano civilissimi compagni di fila diventano nemici da escludere e calpestare nella corsa al vaccino. E nulla possono né quelli che avevano pensato di organizzare l’ingresso, da privati cittadini, né i sanitari né le Forze dell’ordine. Per un’ora buona, il caos è l’unica legge, e si susseguono insulti e attacchi di panico, tra la folla.

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Un freno inizia a essere posto solo dalle 9, quando compaiono altri agenti e transenne, che fanno rientrare tutti nei ranghi. Ora si entra dieci alla volta, e vengono distribuiti i moduli per l’anamnesi, che gli aspiranti vaccinandi devono precompilare, prima di accedere all’hub. “Vergogna- urlano dalla folla- le transenne ci volevano tre ore fa”. I sanitari, poi, annunciano di aver raddoppiato le dosi a disposizione, che ora dovrebbero essere 2.400, calmando un gli animi, per un po’. Le dosi in più appena annunciate, sono comunque meno della metà di quelle che servirebbero per vaccinare tutti i 7.000 alla Fiera stamattina, che non accennano ad andarsene e anzi, iniziano ad arrabbiarsi e insultare i ‘furbetti’ che si sono infilati dentro superando la fila. Anche se, a rigor di logica, chi si è infilato infischiandone della fila non ha commesso nulla di illecito. “Noi non abbiamo elenchi di precedenza- confida alla ‘Dire’ uno dei sanitari dell’hub- abbiamo solo le dosi di vaccino. E le istruzioni erano di somministrarle ai primi che arrivavano”. Ma il problema è proprio questo: chi c’era per primo?

Alla fine l’immagine che ha fatto il giro dei social era quella di un serpentone chilometrico che si snodava attraverso il distretto fieristico. Scene di persone accampate col sacco a pelo già da ieri sera davanti all’entrata, come fosse un concerto rock degli anni d’oro. Proprio per la altissima partecipazione, l’Ausl in mattinata ha comunicato che le iniziali 1.200 dosi di Johnson & Johnson messe a disposizione sono state raddoppiate per arrivare così alle appunto 2.400 persone da vaccinare oggi, senza prenotazione, presentando la sola tessera sanitaria. C’è stato anche chi ha desistito ancora prima di provare: arrivando, e vista la fila chilometrica (che dalla Fiera arriva fino in via Stalingrado) e neanche ci hanno provato. La stessa Ausl, di fatto, avvisa appena mezz’ora dopo l’apertura dell’hub di non presentarsi più in corso di giornata. “Si raccomanda di rispettare l’ordine della fila in base all’orario di arrivo e si prega di evitare ogni assembramento una volta conclusa l’assegnazione degli accessi per i primi 2.400 arrivati- scrive l’azienda- finita la disponibilità si raccomanda di non presentarsi in corso di giornata per evitare inutili attese e assembramenti. L’Ausl di Bologna organizzerà a breve altre giornate di open day per rispondere alla grande adesione dei cittadini”.

“Qualcosa non ha funzionato. Evidentemente questa mattina c’è stato l’ennesimo errore di valutazione. Ne chiederò conto in commissione Sanità”. A dirlo è Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia, che critica così l’open day vaccinale di questa mattina in Fiera a Bologna. “Qualcosa fin qui non ha funzionato- attacca Castaldini- vogliamo essere i primi della classe, ma bisogna studiare ed arrivare preparati e questa mattina ci dimostra che così non è. Non si può non pensare che non ci sia nessuno della Protezione civile ad aiutare a gestire questa situazione, che viale Aldo Moro non avesse previsto una ressa del genere. Evidentemente questa mattina c’è stato l’ennesimo errore di valutazione. Ne chiederò conto in commissione Sanità. È una pagina questa dell’Open Day che sicuramente non rende giustizia all’Emilia-Romagna e all’idea di welfare che ho io e che soprattutto so che questa Regione è in grado di garantire”.

La stessa consigliera FI si è messa in fila questa mattina alle 6.45 per avere la dose di Johnson & Johnson messa a disposizione dalla Ausl a chi non avesse ancora una prenotazione. Ma “come me ci hanno pensato migliaia di persone- sottolinea Castaldini- il serpente di coda a ridosso dell’hub vaccinale della Fiera lascia senza parole. È chilometrico. La mia fila inizia all’angolo di via Calzoni. Sta aumentando e aumenterà. Accanto a me ci sono coetanei, ma tanti ragazzi più giovani e anche meno giovani. Sembra di essere in fila per un concerto. La gente che è in fila aspetta paziente perché spera di arrivare a fine serata con il certificato vaccinale. Io da quarantenne e politica emiliano-romagnola questa situazione non posso accettarla. Non posso concepire la non organizzazione per un giorno così importante. Non è possibile nell’Emilia-Romagna cui sono abituata, tanto decantata dal presidente Stefano Bonaccini”. Secondo Castaldini, “non ci deve stupire la fila in zona fiera. Ci deve stupire il fatto che siamo dovuti arrivare a questo. Che evidentemente un corto circuito c’è stato. E c’è stato perché si è scelto di prediligere una modalità di somministrazione non adeguata al momento e alla richiesta”. L’Emilia- Romagna ha deciso che “dai cinquantenni in giù si sarebbero vaccinati dai medici di base- spiega la consigliera FI- e questa per me è stata una scelta miope. I medici di base non possono interrompere il loro quotidiano servizio pubblico. E poi, quante dosi riescono a inoculare a fine giornata? Sicuramente poche rispetto al potenziale di somministrazione di un hub vaccinale”. Ad esempio, cita Castaldini, “il 31 maggio le somministrazioni in Emilia-Romagna sono state 27.496 rispetto al target commissariale bloccato alle 36.361: il 24,4% in meno”. Questo è il segnale che “la Regione di fatto si è arenata. E questo rilassamento va recuperato subito”, afferma l’azzurra.

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