Roma, Farmacap verso la liquidazione: “Soluzione fusione o ricapitalizzazione”

ROMA – L’eventuale liquidazione di Farmacap, obbligata con almeno quattro degli ultimi cinque bilanci in passivo, “non significa automaticamente fallimento, perché potrebbe esserci o una ricapitalizzazione della società o una fusione” con Zetema, come già paventato dalla Giunta capitolina. A dirlo è Jacopo Marzetti, neo commissario straordinario dell’azienda speciale Farmacap, ente strumentale di Roma Capitale, intervenendo nella seduta odierna della commissione capitolina Trasparenza, presieduta da Marco Palumbo (Pd) e richiesta dalle opposizioni e dai sindacati. Assenta alla riunione nonostante l’invito l’assessore al Bilancio e Coordinamento strategico delle partecipate, Gianni Lemmetti.

A illustrare i motivi della richiesta di convocazione è stato Simone Marazziti, dell’Ugl Terziario Farmacie: “Vogliamo capire una volta per tutte perché non viene saldato il credito che abbiamo nei confronti del V Dipartimento e che vale circa 1 milione e 100mila euro. Non risolverebbe sicuramente i problemi di Farmacap, ma alleggerirebbe l’affaticamento economico permettendo il pagamento dei fornitori e di stipendi e quattordicesima dei lavoratori”.

“Sono stato nominato commissario da pochi giorni ma sto cercando di dare un segnale di presenza costante per assicurare la massima trasparenza, dato anche che mi hanno detto che fino a oggi c’è stato un problema di connessione con parti sociali e sindacati: anche per questo ho convocato un tavolo permanente”, ha spiegato Marzetti. Farmacap, ha sottolineato, “è creditore nei confronti di Roma Capitale di circa 1,1 milioni, ma allo stesso tempo è debitore di 600mila euro. Il commissariamento di Roma Capitale paga il debito al 20% in base al principio della par condicio creditorum, per questo la cifra finale verrebbe molto più bassa e noi non vogliamo creare un danno erariale, quindi stiamo ponendo in essere una serie di azioni per vedere se è possibile compensare questo credito, anche se la normativa della fallimentare ha dei limiti oggettivi. Nel 2022, comunque, il commissariamento potrà pagare al 100% i propri debiti”.

Per quanto riguarda il credito con il dipartimento Servizi sociali del Campidoglio, ha sottolineato il commissario, “si sta facendo il rendiconto e stiamo lavorando per poter esigere questa somma il prima possibile: sarebbe molto importante a livello di liquidità di cassa, che costituisce un problema, ma anche per i quattro quinti di bilanci che, se venissero confermati i dati rispetto al preconsuntivo dell’ex commissario Susanna, porterebbero alla liquidazione della società. Liquidazione che non deve però essere per forza vista come negativa, perché potrebbe esserci o una ricapitalizzazione della società o una fusione. Sono scelte politiche che verranno portate dalla Giunta in Assemblea capitolina”. Inoltre “vi riporto che, proprio per le esigenze di cassa, martedì ho richiesto un anticipo di cassa sulla futura vendita di beni immobili: sarebbe molto importante perché darebbe liquidità all’azienda”.

Rispondendo ai dubbi e alle questioni sollevate dai membri della commissione, Marzetti ha ricordato che “la liquidazione ordinaria non è il fallimento, che invece bisogna assolutamente scongiurare”, ribadendo che “dal 2013 al 2020 non è stato approvato alcun bilancio, ora l’organo commissariale sta deliberando il 2020”, e che “farò di tutto per arrivare al pagamento della quattordicesima, ma la situazione di fatto a oggi non permette di pagare né i fornitori né la quattordicesima. Per me è essenziale il pagamento dei lavoratori, la quattordicesima è un diritto assolutamente necessario ma dobbiamo trovare un equilibrio: cercheremo di fare di tutto, ma ci sono delle difficoltà e servono dei tempi, dopodiché accerteremo le responsabilità di questa situazione che non possono essere del Comune perché c’era un commissario”.

Il capogruppo di Sinistra X Roma, Stefano Fassina, si è rivolto all’amministrazione a guida M5S: “A poche settimane dalle elezioni, con la consiliatura che se non fosse per la pandemia sarebbe già terminata, non avete la legittimazione per una liquidazione indotta o una trasformazione societaria di un’azienda così importante e delicata. Trovate un modo per salvare l’azienda, visto che in queste condizioni ce l’avete portata voi”.

La presidente della commissione capitolina Politiche sociali, Agnese Catini (Gruppo misto) si è invece detta “molto perplessa dalle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Lemmetti nella mia commissione secondo cui Farmacap non sarebbe di sua competenza, ma allora non si capisce perché la delibera sui bilanci sia uscita dal suo assessorato. È assurdo quello che ha detto e anche la risposta alla mia domanda su cosa abbia loro impedito di fare un cda nel frattempo: mi sarei aspettata una risposta del tipo che un commissario agisce più rapidamente, invece ha detto che il cda sarebbe stato a titolo gratuito, mentre il commissario è a titolo oneroso. Tutto questo dopo una procedura, onerosa anche quella, per la selezione del cda. È scandaloso- ha concluso Catini- appioppare ora tutte le responsabilità e le competenze all’assessore Mammì”.

“Dopo un periodo di difficoltà e problemi, Farmacap fino a pochi anni fa era diventata uno dei fiori all’occhiello del Campidoglio”, ha commentato Palumbo. “Prima del commissariamento era un’azienda funzionante che erogava innumerevoli servizi nel campo del sociale, era tornata competitiva sul mercato, era in attivo. Oggi purtroppo- ha concluso il presidente della commissione Trasparenza- con chiare e ascrivibili responsabilità politiche, siamo in una fase molto complicata dell’azienda ma non faremo mancare la nostra attenzione su questo tema: anche se siamo in scadenza di mandato la commissione si riunirà anche nei prossimi giorni per monitorare la situazione, perché siamo in un momento cruciale per il futuro dell’azienda”.

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