Comunali, per Milano Salvini conoscerà Dallocchio ma punta Racca. A Roma decide Meloni?

Di Nicolò Rubeis

MILANO –  Il centrodestra è ancora al palo sul nome dello sfidante di Beppe Sala, ma la rosa si restringe, e stando a quanto apprende la ‘Dire’, in questi giorni il leader della Lega Matteo Salvini incontrerà di persona i tre pretendenti rimasti in campo: la presidentessa di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, il professore della Bocconi Maurizio Dallocchio e il manager di Melita Italia Riccardo Ruggiero. Occhi puntati soprattutto su Dallocchio, che Salvini non avrebbe mai visto di persona per parlare di Milano. Non è una novità che il docente, sostenuto inizialmente da Silvio Berlusconi, piaccia molto a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia. Dallocchio in passato aveva avuto contatti con altri esponenti della Lega, ma non direttamente con Salvini. Lui intanto continua a dirsi contento della sua carriera universitaria, nel tentativo di rimanere il più coperto possibile.

E QUALI I PAPABILI PER ROMA?

Il nodo principale da sciogliere è sicuramente quello che riguarda Roma. Una volta deciso il candidato per la Capitale, scegliere quello per Milano potrebbe diventare più semplice. Come riferiscono alla ‘Dire’ fonti che hanno partecipato al vertice di martedì scorso, Meloni non vuole mollare e spinge per opzionare il profilo su Roma. Ma il nome di Enrico Michetti, l’uomo che “risolve i problemi ai sindaci” e che piace alla leader in ascesa, stando anche ai sondaggi sull’Urbe che hanno portato in riunione martedì la Lega e Fdi, è molto meno conosciuto rispetto alla giudice Simonetta Matone. Inoltre, Forza Italia continua a spingere per il profilo più politico di Maurizio Gasparri.

La sensazione è che Roma, tra le città in cui si va al voto e nelle quali ancora il centrodestra non ha scelto il candidato, è quella dove più realisticamente Salvini e compagni possono vincere. E proprio per questo nessuno vuole lasciarla. Da Fdi sembrano aver ormai deposto le armi su Milano, dove in pole position rimane Racca. Una candidatura femminile da contrapporre agli uomini che sta candidando il centrosinistra. Una donna stimata, e sulla quale durante il vertice ci sarebbe stato, a detta di chi ha partecipato, “un consenso trasversale”. Ovvio che, se alla fine si decidesse di lasciare la candidatura di Roma a Fdi, la compagine di Meloni non avrebbe più voce in capitolo sul capoluogo lombardo. Ed è proprio in quest’ottica che si inseriscono gli incontri che ha in programma Salvini, il quale continua a tenere nascosti “uno-due nomi”. Prima di tirarli fuori, il leader del Carroccio vorrebbe sondare la loro effettiva disponibilità, ma il tempo stringe e non è escluso che alla fine si ragioni davvero solo sui tre rimasti in campo.

Da Fdi però, non hanno gradito l’atteggiamento di Forza Italia durante la riunione di martedì alla Camera. “Se vogliono scegliere un candidato per far avere più voti al proprio partito, noi non siamo d’accordo. Bisogna scegliere i migliori per vincere, anche Salvini sta ragionando in questo modo. Forza Italia, e lo stesso Gasparri, sanno benissimo che non ci sono possibilità di vittoria con la sua candidatura. Il loro obiettivo qual è, ottenere due-tre punti percentuali in più?”, lo sfogo di un componente autorevole di Fratelli d’Italia.

Sullo sfondo poi, i partiti più piccoli, i quali condividono i ragionamenti su Forza Italia e sulla necessità di mettere da parte i personalismi e scegliere solo i profili migliori. La pensa così Giovanni Toti, che seppur “in silenzio e in ascolto”, ha voluto presenziare al vertice. Ma anche la compagine ‘Noi con l’Italia’, il cui leader, Maurizio Lupi, era spesso stato accostato come potenziale candidato per Milano. “Non scalpita più per fare il candidato anzi…”, assicura una fonte vicina al ciellino. Di tempo non c’è ne più tanto, specie per mettere in piedi una campagna dignitosa contro Beppe Sala. Ma il ragionamento più in voga adesso, tra le fila del centrodestra, è quello proposto al tavolo dal ministro Giancarlo Giorgetti: Roma decide Meloni, e Milano decide Salvini. Uno schema che in Fdi apprezzano. In quest’ottica la Racca, che intanto ha ricevuto l’appoggio del governatore lombardo Attilio Fontana e della sua vice Letizia Moratti, scalda i motori, in attesa della ‘chiamata’ definitiva e risolutiva.

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