Stessa spiaggia, stesso mare… e giù botte: ecco perché quelle risse vanno disinnescate bene

BOLOGNA – Stessa spiaggia, stesso mare… Stesse botte. “Movida in Riviera. Si comincia a suon di risse”, titolano i giornali. Si potrebbe anche dire si ri-comincia: il fenomeno non è nuovo, già nell’estate prima del Covid serate piuttosto ‘movimentate’ avevano riempito le pagine per giorni. Stessa spiaggia, stesso mare… e si ricomincia. Ma stavolta forse c’è di più.

Da giorni le cronache sono preoccupate. A Milano Marittima tre risse in una sera, con ragazzi grandi e piccoli coinvolti, turisti che si scansano impauriti e commesse che si chiudono a chiave nei negozi. Un mese fa a Rimini sono volate sedie e tavolini. E di recente la città è stata scossa dalla denuncia per stupro in spiaggia a carico di 5 giovanissimi. Che succede? Dice il sindaco di Cesenatico: “Ci sono centinaia di persone, ragazzi, ragazzini, anche quindicenni che arrivano” e non sono i soliti turisti, “si portano bottiglie da casa, abusano di alcol e poi fanno scorribande, risse o altro”.

Casi isolati, solita voglia di far fare notizia solo a chi brilla per andare sopra le righe? Anche no, forse. Se queste sono le avvisaglie c’è da tenere d’occhio questo ‘fenomeno’. Perché ‘dice’ più cose. Che “ci sono problemi psicologici” e in Riviera non ci si va solo a fare il bagno, ma a sfogarsi, racconta il sindaco di Milano Marittima. Secondo: “Dire all’inizio dell’estate che la Riviera non è sicura non giova al turismo”, avverte la sindaca di Riccione. Terzo, si ripropone il tema dei giovani per i quali serve “anche una gigantesca operazione educativa, culturale e sociale”, in modo che “una parte dei nostri ragazzi, guai a generalizzare, non butti via il proprio tempo al grido di ‘bevo, mi ubriaco e sono felice, anche se poi vomito'”, per dirla con un parlamentare romagnolo.

Dice Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva in una recente intervista: “I giovani hanno bisogno di aggregazione e appartenenza, di essere visti e di lasciare un segno” e le risse ne rivelano “il bisogno di richiamare l’attenzione, perché nessuno si occupa di animarli, di aggregarli, di dar loro voce. È la stessa dinamica di un vandalo: quand’è escluso da un territorio riafferma la sua presenza lasciando un segno negativo che è un modo per essere visto”.

Via dalla città, si va in Riviera, lontano dalle famiglie e dalle solite regole, lì ci si prende uno spazio per un qualcosa che è ‘oltre’ il liberi tutti. “Ci stanno dicendo: se voi rendete le nostre città dei deserti, dove non abbiamo un luogo per incontrarci, allora ci creiamo i nostri appuntamenti e rituali con lo stile dei giovanissimi che è per definizione un po’ maldestro”. Ora, ogni rissa avrà magari una storia a sé, una miccia diversa e specifica. Ma un tema c’è, insiste Pellai: “I nostri giovani stanno accumulando rabbia a causa della repressione e compressione dei tessuti emotivi, una rabbia che non possono scaricare nello sport e nel gioco, divenendo una miscela esplosiva che predispone al combattimento”. Segnarsi la frase.

L’allerta e la preoccupazione in riviera sono tali che l’Emilia-Romagna chiede al ministro dell’Interno rinforzi, si fanno summit e riunioni e si inventano strategie. In stazione a Milano Marittima si faranno aprire gli zaini per sequestrare le bottiglie, gli accessi al centro saranno controllati da varchi per pedoni e auto; a Rimini si invocano le spiagge illuminate tutta notte (sarebbe uno spettacolo notevole). Ovviamente, militarizzare sarebbe tanto e troppo. E non si tratta di osteggiare la movida. È che le botte sono botte e se diventano una moda da imitare c’è un problema. Sono giusti i controlli ed è interessante leggere che a Rimini su giovani e giovanissimi si avrà il tatto che serve (un sistema di controlli “delicato e prudente”).

A Venezia, turbolenze a Jesolo, il prefetto parla di “armi spuntate per intervenire, servirebbero nuovi strumenti”: ordinanze e presidi non sono risolutivi né daspo e i fogli di via e allora suggerisce di “far smaltire in un luogo sicuro e controllato, la sbornia o il consumo di droghe”. Ma oltre alle barriere difensive, il ‘fenomeno’ chiede di fare qualcosa anche altrove. “Aiutiamo i giovani a crescere serenamente anti-conformisti, non lasciamo che la vertigine che cercano per sentirsi vivi la cerchino da chi non fa che mettere a rischio la loro vita”, ha scritto Papa Francesco. Vuol dire che serve una responsabilizzazione larga e complessiva. Vuol dire educare non punire, o forse trovare anche modi creativi di ‘punire’, riparativi, in avanti. E su questo la politica deve e può essere creativa.

“L’aggressività va percorsa assieme, va compreso il suo senso”, suggerisce chi studia l’età evolutiva. Vanno creati altri spazi per convocare ai ragazzi e dare modi di recuperare il tempo sottratto dal Covid. “Agli adolescenti serve sentire che c’è attenzione ai loro bisogni così come c’è stata per negozianti e ristoratori. Non voglio negare la giusta solidarietà a queste categorie, ma richiamare l’attenzione all’emergenza costituita dalla crescita dei giovani. Non si tratta di mercati, profitti o di capitale economico, ma è in gioco il capitale sociale su cui investire il futuro della nostra società”. Sulle spiagge di questa estate si gioca un pezzo di questa partita.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

Correlati

advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img

Ultim'ora

Europarlamento approva direttiva Ue contro violenza di genere

Armonizza definizioni reati, ma resta stupro basato su violenza Strasburgo, 24 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva oggi a Strasburgo, on 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astensioni, la prima direttiva dell'Ue sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. La direttiva, che

Spagna, l’annuncio di Sanchez: “Lunedì decido se restare premier”

(Adnkronos) - Shock a Madrid. Il premier spagnolo Pedro Sanchez annuncia che lunedì farà sapere se si dimetterà o meno, in una quanto meno inusuale lettera ai cittadini, nella quale ha parlato dell'inchiesta che coinvolge la moglie, Begonia Gomez, indagata per corruzione e traffico di influenze "in seguito alla denuncia - scrive Sanchez nel testo

Spotify presenta i nuovi talenti di ‘Radar Italia’ con un live esclusivo

(Adnkronos) - Arriva in Italia la quarta edizione di Radar, il programma globale di Spotify nato per supportare i talenti emergenti. Gli artisti selezionati per questa edizione sono: Tony Boy, okgiorgio, Coca Puma, STE, Sally Cruz e centomilacarie. Questi sei artisti sono i nuovi protagonisti della playlist editoriale dedicata Radar Italia e beneficeranno di uno