A Roma in 20 giorni 8 vittime di omicidio: zona gialla si tinge di rosso

ROMA – Omicidi-suicidi, violenza e gesti di pura apparente follia. Gli ultimi 20 giorni resteranno segnati di rosso sul calendario dei cittadini romani e del suo hinterland. Il colore doveva essere il giallo, come quello della ‘zona’ in cui il Lazio è entrato a partire del 26 aprile, eppure la fine delle restrizioni anti-covid, quelle ‘pesanti’ in concomitanza con gli ultimi sprazzi di primavera, sarà ricordato per le vittime di omicidi e accoltellamenti. Se nel periodo del lockdown il grafico dei reati ha fatto registrare – giocoforza – una crollo verticale, ripercorrendo il calendario a ritroso le caselle dei giorni si tingono di nero, o meglio, di rosso come il sangue versato sia tra i confini di Roma che nella sua provincia.

Il 26 maggio Lorella Tomei, 63 anni, viene trovata morta in casa in via Emilio Draconzio, alla Balduina. La donna è distesa sul suo letto, è stata massacrata con un soprammobile. Accanto al cadavere i Carabinieri della Compagnia Trionfale trovano il marito, il 61enne autore e regista Rai, Gianluca Ciardelli. L’uomo, già in cura per problemi psichiatrici viene arrestato per omicidio volontario. Il 29 maggio un altro femminicidio. Questa volta in mezzo alla strada, in via Greppi nel quartiere San Paolo. Un uomo originario dello Sri Lanka attende che la moglie esca da un supermercato e poi al culmine d una discussione la accoltella 10 volte davanti agli occhi dei passanti. La donna, una 39enne, muore poco dopo il trasferimento in ospedale. Il marito, Fernando Koralagamage Chandana Prasad, un 49enne connazionale, viene bloccato dai passanti e da un Carabiniere e infine arrestato dalla Polizia arrivata sul posto. “La amo”, ripete agli agenti che lo portavano in cella. L’1 giugno, il 49enne si suicida nel carcere di Frosinone. Alla base dell’efferato omicidio della moglie, ipotizzeranno le indagini, un movente passionale: lei lo aveva lasciato da poco. 

Passano solo 2 giorni, il 31 maggio, e a Roma si registra un nuovo omicidio, ancora una tragedia familiare. Questa volta nel centrale quartiere di San Lorenzo. Un uomo di 53 anni viene trovato morto, riverso a terra in un lago di sangue nel corridoio del suo appartamento, in via dei Liburni. È il portiere dello stabile. Nel bagno, la Polizia trova il figlio di 18 anni in condizioni gravissime, si è provocato profonde ferite con un coltello, lo stesso usato per uccidere il padre. A dare l’allarme, alcuni vicini che hanno sentito le urla. Le stesse che da tempo provengono da quell’appartamento dove padre e figlio litigavano spesso per i soldi, quelli che il 18enne voleva per acquistare la droga. Per il ragazzo scattano le manette per il reato di omicidio volontario.

È l’1 giugno, ore 16, quartiere di Casal Bruciato. Un egiziano di 39 anni viene accoltellato in strada. L’aggressore utilizza una lama corta per cogliere alle spalle la sua vittima. La affonda più volte e poi scappa. I Carabinieri della Compagnia di Piazza Dante intervengono. Il ferito, un egiziano che lavora in una frutteria della zona conosce il suo aggressore e mette gli investigatori sulla pista da seguire. L’accoltellatore è stato identificato ed è attualmente ricercato.

Artena, 3 giugno. Nella cittadina dei Castelli romani, una discussione per motivi condominiali finisce nel sangue. Una donna di 50 anni, già nota alle forze dell’ordine al culmine di una discussione con la vicina, una 48enne, impugna un paio di forbici da cucina e si scaglia contro di lei. La vittima viene colpita più volte al torace, al petto e alle braccia. I carabinieri arrivano nel condominio di via Lo Schiavo e arrestano la 50enne che viene mandata a scontare i domiciliari nella cittadina di Labico, dalla figlia. La donna ferita viene portata all’ospedale in codice giallo, non è in pericolo di vita.

Il 5 giugno Roma si sveglia e finisce sotto shock. Un cadavere viene ritrovato abbandonato in un valigia in piazza Federico Sacco, nel cuore del quartiere di Pietralata. La vittima è il 37enne Luca De Maglie. La scia di sangue del trolley, lunga oltre 100 metri, conduce la Polizia direttamente alla porta di un appartamento della zona. Dentro abita una donna, ex compagna della vittima, che portata in commissariato racconterà: “L’ho trovato morto in casa, volevo sbarazzarmene”. La morte di De Maglie, arrivata probabilmente per overdose, risalirebbe infatti a 6 giorni prima. La donna dopo aver convissuto con il cadavere per una settimana ha deciso di abbandonarlo in mezzo alla strada. Per lei scatterà la denuncia per occultamento di cadavere.

Il giorno dopo il sangue torna a scorrere in provincia, a Trevignano Romano, ridente cittadina sul lago di Bracciano. In una casa di via di Vigna Rosa, un 34enne, tossicodipendente e già noto ai Carabinieri litiga per l’ennesima volta con la madre. Distrugge tutto in casa, poi afferra un pezzo di legno, probabilmente una gamba di un tavolo appena rotto e infilza fatalmente la donna. Per Graziella Marzioli, 66 anni, non c’è nulla da fare. L’uomo esce di casa e sulle scale si imbatte in una vicina che attirata dal trambusto stava accorrendo nell’appartamento. Emanuela Senese, 77 anni, viene uccisa nello stesso modo. Il 34enne, fuori di sé, sale in macchina e tenta la fuga. Percorre 3 km speronando alcune auto e sfiorando un ciclista. Alla fine l’uomo viene arrestato dai Carabinieri e portato in ospedale dove viene sottoposto a Tso.

L’ultima tragedia ieri, il 13 giugno, questa volta ad Ardea, nel comprensorio di Colle Romito. Le vittime sono 3, due bambini e un anziano. Andrea Pignani, 35 anni, scende in strada con la pistola del padre, una guardia giurata che non ha mai riconsegnato l’arma e scegliendo apparentemente a caso le sue vittime, mira e spara. I colpi della Beretta 7,65, uccidono David e Daniel Fusinato di 5 e 10 anni ma anche Salvatore Ranieri, 74 anni, un uomo che vedendo il primo bimbo a terra ha provato a prestare soccorso. Dopo la strage, Pignani fugge e si barrica in casa. L’abitazione viene circondata dal Gis dei Carabinieri. Quando le teste di cuoio entrano, Pignani si è già tolto la vita. Le indagini della Procura e dei militari chiariranno: Pignani non conosceva le vittime.

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