Una proposta per la formazione dei giovani negli studi professionali

Redazione

È quello presentato da Lello Di Gioia, presidente della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
«Vogliamo dare ai ragazzi la possibilità di costruirsi un percorso formativo e di studio che consentirà alla fine della laurea triennale di poter già lavorare e aprirsi un proprio studio, grazie anche all’opportunità dei titolari degli studi professionali di pagare fino a 500 euro per l’iscrizione all’Università». «Siamo in presenza del completamento di un percorso virtuoso – ha spiegato Di Gioia – che vede più esperti contabili, già ricondotti nell’alveo della Cassa Ragionieri, maggiore sostenibilità per le pensioni e, in definitiva, più giovani che hanno più garanzie e maggiori opportunità di crearsi il lavoro e, infine, anche più iscritti alla Cassa».
«Quella dell’Esperto contabile è una professione su cui bisogna puntare e che offre un altissimo livello di specializzazione e preparazione in ambito contabile. È importante che i nostri giovani siano a conoscenza delle opportunità che questa professione offre, e per farlo stiamo portando avanti da tempo una vasta campagna informativa», ha sottolineato Luigi Pagliuca, presidente della Cassa Nazionale di Previdenza dei Ragionieri. «La nostra idea è quella di consentire ai giovani di frequentare gli studi professionali e le imprese ancora prima di raggiungere l’abilitazione. Ciò permetterebbe un collegamento diretto tra teoria e pratica applicata, permettendo agli studenti di raggiungere il prima possibile l’esperienza necessaria per entrare nel mondo del lavoro. Questi aspetti – ha detto il numero uno della Cassa ragionieri – rendono prestigiosa e allettante, sia per chi si affaccia al mercato del lavoro sia per chi a quel mercato intende attingere le migliori professionalità, la figura dell’esperto contabile».
«Gli Esperti contabili non sono figli di un dio minore – ha evidenziato Davide Di Russo, vicepresidente del Cndcec –. Si tratta di una professione che può far valere una solida specializzazione in campo contabile come esito di un lungo percorso formativo: un professionista a tutto tondo, tenuto al rispetto dei canoni deontologici e, in particolare, all’obbligo di formazione continua, per essere all’altezza delle mutate aspettative del mercato».
«Il Consiglio Nazionale – ha continuato il vicepresidente – è pienamente consapevole delle difficoltà dei giovani che si affacciano oggi alla professione. Per tale motivo, tra le iniziative allo studio, si sta valutando di fornire strumenti operativi gratuiti (banche dati e software) ai nuovi iscritti che intendano iniziare una propria attività professionale; quindi, ovviamente, anche ai giovani Esperti contabili, all’insegna di una professione che, nell’unità e nella compattezza, può accelerare il percorso di crescita pur tra le asperità di questi anni di crisi».
Secondo Paolo Longoni, consigliere di amministrazione della Cassa Ragionieri, «i sistemi previdenziali, messi alla prova della curva di “maturità” della popolazione amministrata, hanno mostrato la debolezza dei sistemi a ripartizione fondati sul miope principio per il quale con i contributi degli attivi venivano pagate le pensioni di chi era in quiescenza. Le diverse riforme cui i sistemi hanno dovuto fare ricorso per evitare il default hanno portato il progressivo passaggio al sistema contributivo, in virtù del quale, la prestazione della quale il pensionato godrà, non sarà altro che il rendimento del capitale che avrà versato nel corso della sua vita attiva». «Ecco perché è importante che, nel dare il via a percorsi professionalizzanti che siano di favore per la professione di Esperto contabile, si sottolinei anche che l’accesso alla professione avvenga in età meno avanzata rispetto ad altre professioni; ciò può garantire una carriera previdenziale più lunga, un’accumulazione di montante contributivo maggiore e di conseguenza una prestazione pensionistica più soddisfacente al momento della quiescenza. Entrare presto nel mondo della previdenza – ha concluso – significa godere di una copertura solidaristica che soltanto il sistema welfare può garantire. Nessuna assicurazione privata, e nessun altro sistema può sostituire quello previdenziale».

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