Previdenza complementare, adesso ci vuole un piano per un vero rilancio

Come reagisce il «secondo pilastro» previdenziale alla crisi pandemica? La previdenza complementare, nelle sue varie articolazioni, sta reggendo bene l’impatto? In risposta a questi importanti interrogativi, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) offre una fotografia assai interessante, ma conferma, allo stesso tempo, un sistema previdenziale a capitalizzazione che riflette in modo speculare le criticitĂ  di un quadro occupazionale molto frammentato e prossimo a inevitabili grandi cambiamenti. Nel suo complesso, il nostro sistema di previdenza complementare, si difende bene. Nel 2020, dopo una prima fase di difficoltĂ  dovuta all’incertezza dei mercati, mostra un buon recupero, i rendimenti sono in crescita, soprattutto i fondi negoziali e i fondi aperti che, al netto dei costi di gestione e della fiscalitĂ  hanno guadagnato nel 2020 il 3,1 % e il 2,9%, mentre il Tfr si è rivalutato nello stesso lasso di tempo dell’ 1,2%. Degli oltre 290 miliardi di risparmio previdenziale, 198 sono riconducibili ai fondi pensione, 96 sono relativi alle casse di previdenza. Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari aumentano del 6,7% rispetto all’anno precedente e raggiungono un ammontare complessivo pari al 12% del pii e al 4,1% delle attivitĂ  finanziarie delle famiglie italiane. Risultano attivi 372 fondi pensione (33 negoziali, 42 aperti, 71 piani individuali pensionistici Pip e 226 fondi preesistenti). Ma quanti sono gli iscritti alla previdenza integrativa? 8,4 milioni con una progressione del 2,2%, dato che risulta inferiore rispetto agli anni precedenti. Nello specifico 3,2 milioni sono gli aderenti ai fondi negoziali, 1,6 milioni ai fondi aperti e 3,3 milioni ai nuovi Pip. Gli iscritti ai fondi preesistenti sono poco piĂą di 600 mila. Il contributo medio per singolo iscritto è stato di 2.740 euro, ma lo scorso anno, stante la crisi pandemica, il 27,4% degli aderenti non ha effettuato contribuzione. Circa un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni. Le voci di uscita per la gestione previdenziale ammontano a 8,6 miliardi di euro. La prevalenza degli investimenti resta concentrata su obbligazioni governative e titoli di debito (56,1%), con una quota del 17,5% riconducibile a titoli di debito italiano, In aumento i titoli di capitale giunti a quota 19,6% mentre nel 2019 erano al 18,9%. Risulta quindi necessario intervenire sulle norme/regole, per accrescere la partecipazione dei lavoratori alta previdenza complementare e ridurne le attuali dicotomie. El eccessivo il divario di adesioni tra uomini e donne, tra persone in etĂ  matura e giovani e tra aree del nord e del sud del Paese. Gli uomini rappresentano il 61,7% degli iscritti, le donne sono ferme a quota 38,3%. Si conferma anche un gap generazionale: la distribuzione per etĂ  vede la prevalenza delle classi intermedie e piĂą prossime all’etĂ  di pensionamento: il 51,6% degli iscritti ha etĂ  compresa tra 35 e 54 anni, il 31% ha almeno 55 anni, solo il 17,4% ha meno di 35 anni. Il nord è piĂą sensibile alla previdenza complementare con il 57% degli aderenti. La stessa AutoritĂ  di Vigilanza evidenzia la necessitĂ  di «adottare il prima possibile tutte le iniziative per un nuovo e Varie sono le proposte messe in campo: alla «dote pensionistica», al raddoppio della somma versata in previdenza integrativa e deducibile dal reddito imponibile, alle linee di investimento green, alle nuove modalitĂ  digitali, allo storno di quote di commissione di gestione, al riconoscimento di crediti di imposta, all’ampliamento della deducibilitĂ , alla creazione di polizze collettive solidali, alla revisione delle regole sul Tfr, al ripristino del fondo di garanzia, a una riforma fiscale che elimini la tassazione annuale sui rendimenti. Un solido piano strategico di rilancio dovrĂ  necessariamente contenere una parte consistente di queste proposte. Attualmente la configurazione del nostro sistema di previdenza complementare riguarda soprattutto i segmenti piĂą protetti e piĂą solidi del mercato del lavoro, avvicinare i giovani alla previdenza integrativa e i meno protetti è pertanto assolutamente prioritario.

Correlati

advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img
advspot_img

Ultim'ora

Fisco,Meloni: tasse non sono una cosa bellissima, sono necessarie

Contribuente non è suddito, con noi record recupero evasione Roma, 19 apr. (askanews) – "Il contribuente non è un suddito, è un cittadino, io sono per un fisco amico che non ti vessa con un livello di servizi che non corrisponde alle tasse che paghi, che ti chiede di pagare il giusto in tempi ragionevoli

Vinitaly, Consorzio Lugana: 2.000 calici versati e masterclass sold out

Peduto: a Verona emersa importanza di evolvere il linguaggio del vino Milano, 19 apr. (askanews) – A Vinitaly 2024 sono stati duemila i calici di Lugana Doc assaggiati allo stand del Consorzio e millecinquecento quelli serviti durante "Vinitaly and The City", la manifestazione dedicata ai winelovers nel centro di Verona, che ha visto la Denominazione

Driverso: in Ue fatturato a 169 mln per car hiring d’alta gamma, 45 mln in Italia

(Adnkronos) - Un comparto in grande espansione a livello europeo, con 169 milioni di euro di fatturato nel 2023, 192 imprese attive e un parco auto di 3.456 unità. E per quanto riguarda l'Italia i dati parlano di 45 milioni di euro di fatturato con circa 1000 auto. I numeri che arrivano da Driverso’s Analysis