Sud, Falcomatà: “Governo investa per superare gap con il Nord”

REGGIO CALABRIA – “È giunto il momento di affermare con chiarezza che non può più esistere un Paese che va a due velocità, non possono esistere territori di serie A e di serie B. Riscopriamo i concetti introdotti dall’articolo 119 della nostra Costituzione, quello della perequazione e della coesione. Nella programmazione delle risorse bisogna tener conto del gap esistente tra nord e sud del Paese e calibrare gli investimenti per consentirci di superarlo, dando una spinta generale all’intera economia nazionale”. Così il presidente di Ali (autonomie locali italiane) Calabria e sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà intervenendo oggi nel corso del dibattito ‘Velocità e sapere’ nell’ambito della Assemblea nazionale di Ali.Al dibattito, moderato da Virginia Piccolillo, insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà, hanno preso parte il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi, la sindaca di Empoli Brenda Barnini ed il responsabile del dipartimento Pari opportunità di Ali Andrea Catizone.”Se paragoniamo i trasferimenti statali indirizzati a due città come Reggio Emilia e Reggio Calabria, due comunità simili per numero di abitanti – ha aggiunto Falcomatà – abbiamo l’esatta fotografia di ciò che è avvenuto in questi anni. Reggio Emilia ha a sua disposizione il triplo delle risorse provenienti dallo Stato. Negli ultimi mesi il Governo sta facendo alcuni passi in avanti con l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, ma non basta, dobbiamo essere concreti, ci vuole più coraggio e decisione per invertire la rotta. Ad esempio sul bando per gli asili nido siamo contenti ci sia un’attenzione in questa direzione, ma non basta destinare dei fondi per costruire nuovi asili, bisogna anche prevedere i necessari investimenti per gestirli e per mantenerli. Al governo chiediamo di fidarsi dei sindaci, cosi come si fidano le comunità che li hanno eletti”.Per Falcomatà “i Comuni non possono rimanere fuori dalla partita del Pnrr, bisogna coinvolgere i sindaci nella cabina di regia degli investimenti, perchè sono il primo avamposto della democrazia sui territori, sono punto di riferimento delle proprie comunità e hanno già dimostrato di saper spendere in maniera veloce ed efficace, come è accaduto nell’ultimo anno e mezzo durante la crisi pandemica”. “Allo stesso tempo – ha concluso Falcomatà – è giunto il momento di mettere mano al tema del codice degli appalti. Bisogna uscire dagli infingimenti e dire con chiarezza che cosi com’è oggi non funziona”.

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