Il pressing di Torino su Stellantis: “Porti la Gigafactory a Mirafiori”

TORINO – “Dobbiamo continuare a battere quel chiodo, finché quel chiodo non entrerà dentro il muro”. Il discorso del segretario della Fiom di Torino Edi Lazzi, che parla alla folla fuori dal cancello 2 di Mirafiori, è semplice: insistere finché il governo e Stellantis non si convincano a portare la Gigafactory a Torino, nel più storico degli stabilimenti Fiat.Sono ore frenetiche perché si attende di conoscere, anche in via informale, le prossime mosse di Stellantis, come racconta il segretario regionale della Fiom, Giorgio Airaudo: “Stellantis ha detto che annuncerà la sua prossima Gigafactory entro il 2021, la stampa internazionale dice che l’8 luglio già sapremo qualcosa a riguardo”.

Lazzi snocciola i motivi per cui Mirafiori si merita la Gigafactory. Per prima cosa, conviene anche all’azienda: “Qui abbiamo gli spazi: la fabbrica ha 3 milioni di metri quadrati di spazio, di cui il 50% inutilizzati”. Il problema è il motivo per cui c’è tutto questo spazio. I lavoratori di Mirafiori vengono da 14 anni di cassa integrazione, spiegano i vari rappresentanti Fiom che si alternano sul palco. Quattordici anni in cui Torino è diventata marginale sulla mappa dell’auto, i numeri sono noti a tutti i presenti ma Lazzi li ripete comunque dal palco: “Dalle 218.000 auto prodotte nel 2006-2007, alle 28.000 del 2019-2020: è un -87%”. Il risultato è una marcia dei 40.000 ma all’incontrario, con una maggioranza di sconfitti passata sotto silenzio: “Abbiamo perso 32.000 posti di lavoro: il prezzo l’hanno pagato le persone, e le 370 aziende metalmeccaniche che hanno chiuso i battenti”, la chiude Lazzi.

Mirafiori deve rinascere. Era una città nella città, ora i negozi sono chiusi, si mormora nelle retrovie della manifestazione. Un’area della città sempre più marginale, dice apertamente dal palco la delegata Fiom per gli Enti centrali di Mirafiori Rita Ruva: “Qui è avvenuto il taglio di alcuni mezzi pubblici, cosa che non ci fa pensare bene”. Tuttavia, ci sono ancora operai da difendere. “Per questo siamo qui, per difendere e creare il lavoro: è il punto centrale di quella che con Cisl e Uil abbiamo chiamato ‘vertenza Torino'”, e per rilanciarlo deve arrivare la Gigafactory: “Stellantis è franco-italiana: le produzioni devono essere nel Paese in cui sei stata”, dice il segretario di Cgil Piemonte Massimo Pozzi. Oggettivamente, per il sindacalista “gli spazi di Torino sono stati penalizzati nelle scelte di Fca (Fiat Chrysler Automobiles, ndr)”, la quale “ha riservato a Mirafiori le vetture di alta gamma, una nicchia che non può risolvere i problemi di produzioni consistenti che servono qui”.

Sull’auto elettrica Fca era in ritardo, spiega Enrica Valfrè, segretaria della Camera del Lavoro di Torino. Adesso si può provare a recuperare, anche con le iniziative del Politecnico di Torino che il rettore Guido Saracco racconta dal palco. Saracco parla di investimenti da decine di milioni, utili solo se serviranno ad attirare investimenti miliardari, perché solo afflussi di denaro di questa portata possono salvare Mirafiori dalla desertificazione industriale che avanza. Insomma, si finisce a parlare solo di Gigafactory, quando la giornata di oggi serviva anche per parlare di lavoro. “Abbiamo 120 anni di esperienza, sono 120 anni che fabbrichiamo”, racconta Lazzi, che prima di salire sul palco scambia qualche parola con i cronisti: “Torino, che piaccia o no, è una città industriale, molti lavoratori stanno nell’auto. Se non si rilancia perderà anche la città”. Una storia di battaglie, visto che la Fiom stessa ha appena compiuto 120 anni. Una storia di miti, dalle casse prima dell’inizio degli interventi parte ‘La locomotiva’ di Guccini. Troppo anche per Airaudo, che ormai ha sessant’anni: “Qualcosa di meno vecchio non ce l’abbiamo?”. Gli mettono ‘Sogno eretico’ di Caparezza probabilmente perché si fa fatica a trovare un cantante contemporaneo più impegnato.

SARACCO: “IL POLITECNICO FARÀ LA SUA PARTE”

“Ci sono tutte le condizioni perché a Mirafiori si possa insediare la Gigafactory di cui si parla”. Il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, ospite della manifestazione della Fiom fuori dal cancello 2 di Mirafiori, ha spiegato come mai Torino è il luogo ideale per la futura fabbrica delle batterie di Stellantis. “Sono qua a ribadire che nell’interesse italiano, prima che per quello locale, che il Politecnico c’è, farà la propria parte”, prosegue il rettore. “Noi siamo in grado di fare ricerca fondamentale e applicata nelle batterie, ingegneria dei pacchi batterie e dei processi industriali, e industria 4.0 di questa nuova nuova Gigafactory”, spiega. Competenze giuste per Torino, e per Mirafiori in particolare: “Noi possiamo assistere in tutto e per tutto ed è sempre più facile farlo se si è vicini: è quello che sta capitando qua, nella zona di Tne verso corso Settembrini, dove ci aspettiamo che grazie a tutti questi servizi si possano insediare hub di grandi aziende”, spiega Saracco riferendosi a Torino Nuova Economia, un centro per l’industria 4.0 nelle zone industriali dismesse di Mirafiori. “È questo il modo per ripartire in modo sostenibile e far ripartire l’industria locale creando posti di lavoro, che in ultima analisi è la cosa più importante”, chiude Saracco.

LA LETTERA DI CIRIO E APPENDINO A DRAGHI: “TORINO SCELTA NATURALE”

“Nei prossimi tempi si deciderà la sede europea della nuova Gigafactory di Stellantis; la nuova sede potrebbe già essere annunciata dalla società il giorno 8 luglio in occasione dell’evento ‘Stellantis EV Day 2021’. Torino è per noi la scelta naturale: lo è per tradizione, competenza ed esperienza maturate in oltre 120 anni di storia”. Comincia così la lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Cingolani dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dalla sindaca di Torino Chiara Appendino, dal presidente dell’Unione Industriale torinese Giorgio Marsiaj, dagli altri attori del mondo delle imprese torinese e piemontese e dai segretari torinesi dei tre sindacati confederali.

“Chiediamo un incontro al Presidente per meglio rappresentare le grandi opportunità del territorio in modo che possa ben comprendere perché Torino è la sede naturale della Gigafactory di Stellantis”, continua la lettera che anticipa alcune delle motivazioni per cui la città merita la Gigafactory. “L’elevata capacità nel campo della formazione da parte del Politecnico e dell’Università di Torino, le competenze e le professionalità esistenti rendono Torino strategica per la realizzazione del processo di riconversione e riqualificazione industriale”, si legge. Insomma, le “grandi potenzialità del territorio” torinese, “sono dimostrate dai progetti che si stanno sviluppando negli ultimi anni, dal Competence Center al polo per la mobilità sostenibile e al polo dell’aerospazio, nonché – prosegue il testo – la grande attenzione per la mobilità elettrica e per la guida autonoma”. La lettera cita poi un altro tentativo “ai fini della riconversione e dello sviluppo”, ovvero le “risorse del programma ‘Torino area di crisi industriale complessa’, alla cui soluzione stanno lavorando in modo unitario gli Enti Pubblici, gli Atenei e le Istituzioni private di tutto il territorio”.

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