Roma, sgomberato stabile occupato di viale del Caravaggio. Il prefetto: “Stesso metodo anche con Casapound”

ROMA – “Alla liberazione dello stabile di viale del Caravaggio attribuisco un grandissimo significato. Nel merito e nel metodo”. Così, all’agenzia Dire, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, in merito alla liberazione dello stabile occupato di via del Caravaggio, nella Capitale. Con il trasferimento degli ultimi nuclei familiari che occupavano abusivamente l’immobile a Roma, si completa lo sgombero del palazzo di Tor Marancia che da otto anni ospitava circa 400 persone. Fino al 2013 lo stabile, di proprietà privata, ospitava gli uffici dell’Assessorato regionale alla Casa. Al termine del contratto di locazione, la Regione aveva restituito l’immobile, che dopo alcuni mesi era stato occupato.

Piantedosi spiega in particolare cosa significhi essere riusciti, con la collaborazione delle istituzioni, a mettere fine a una delle occupazioni abitative più delicate della città. Per i circa 400 occupanti in emergenza abitativa, infatti, Comune e Regione hanno messo a disposizione alloggi alternativi e bonus affitti consentendo la liberazione volontaria dello stabile. “Nel merito specifico – spiega il prefetto – portiamo a compimento un’operazione che risolve un’occupazione abusiva che costava all’erario pubblico 267mila euro al mese, per un totale di diversi milioni di euro da quando è iniziata. Ma la liberazione di via del Caravaggio – aggiunge Piantedosi – rappresenta un risultato anche nel metodo. Riusciamo a farla senza ricorrere all’uso della forza pubblica, che deve essere sempre l’extrema ratio. Se riusciamo a farlo è la prova che c’è stato un coordinamento tra i vari livelli istituzionali sul territorio, una convergenza verso un unico risultato, che riesce a conciliare il ripristino della legalità – e quindi la restituzione alla legittima proprietà del bene – l’interruzione di un’emorragia per l’erario pubblico e allo stesso tempo il riconoscimento a chi ne aveva diritto di poter accedere a soluzioni alloggiative anche temporanee e che permette a queste persone di entrare nel circuito istituzionale di verifica delle loro esigenze e delle loro vulnerabilità”.

“CASAPOUND? AFFRONTEREMO LO STESSO METODO PER TUTTI”

“Mi riprometto di mettere il metodo utilizzato per via del Caravaggio sul tavolo con Regione e Comune per affrontare con la stessa determinazione e con la stessa metodologia anche gli altri e numerosi casi che abbiamo analoghi a questo”. Il prefetto di Roma risponde all’agenzia Dire anche alla domanda se si potrebbe ipotizzare una soluzione simile anche per l’immobile di via Napoleone III occupato da Casapound: “Vale per tutti, nessuno escluso. Per tutte quelle occupazioni che hanno una vocazione residenziale, per arrivare al ripristino della legalità nel rispetto delle condizioni di vulnerabilità. Non facciamo distinzione di casi. Abbiamo avuto tutti la dimostrazione che questo è un metodo che può funzionare e che sicuramente dobbiamo provare a replicare anche su analoghi scenari. E lo faremo a breve”, assicura il prefetto di Roma.

Piantedosi prosegue lodando la collaborazione istituzionale che ha portato allo sgombero pacifico dello stabile di viale del Caravaggio: “Ringrazio Regione e Comune. Le soluzioni per la liberazione dello stabile di viale del Caravaggio sono state messe in atto a beneficio di coloro che ne avevano titolo e secondo quelle che sono le leggi e i regolamenti vigenti. Quindi massima soddisfazione. Sono grato alla Regione Lazio, all’assessore Valeriani in particolare – sottolinea Piantedosi – perché la collaborazione è stata importante e ha messo a disposizione diverse decine di alloggi. La sindaca Raggi ha fatto altrettanto, ha messo a disposizione alloggi e buoni affitto. Rivendico il fatto di esserci tutti guardati negli occhi e aver capito che pur avendo visioni differenti e legittime, era importante risolvere la questione”, spiega il prefetto.

“Su una cosa voglio essere molto chiaro, come lo sono stato quando abbiamo avuto dei confronti con i rappresentanti degli occupanti: noi da oggi in poi non tollereremo nuove occupazioni abusive. E alcune le abbiamo riprese sul nascere. Se da una parte per risolvere problemi che ormai sono diventati cronici riteniamo utile e proficua la discussione – conclude Piantedosi – d’altra parte l’occupazione abusiva non è lo strumento per avere accesso a benefici che invece sono previsti per le vulnerabilità. Quindi noi auspichiamo di velocizzare tutte le operazioni per arrivare a una normalità”.

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