La sfida Fintech per la crescita

Le nuove tecnologie applicate al inondo dell’economia e della finanza costituiscono una risorsa fondamentale per creare sviluppo e occupazione. A patto che ci siano regole chiare e, soprattutto, semplici da seguire per tutti gli operatori. L’introduzione del sandbox per le start up Fintech, risponde esattamente a questa esigenza. Un ambiente sperimentale per le nuove attività economiche e finanziarie che spesso e volentieri non sono trattate dalle nostre normative e dalla giurisprudenza, che consente di trovare la giusta collocazione per queste nuove realtà che non sanno a chi relazionarsi per le loro attività e, spesso, sono schiacciate dalla enorme burocrazia. Sistemi che potrebbero facilitare lo sblocco degli investimenti privati per venire incontro all’enorme esigenza di liquidità delle imprese italiane. Se ne è discusso nel corso del del webinar “Biotech e Fintech opportunità di crescita, quali prospettive?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti i parlamentari Sestino Giacomoni (Forza Italia), presidente della Commissione di Vigilanza su Cassa Depositi e Prestiti, Giulio Centemero (Lega) e Davide Zanichelli (M5s), componenti della Commissione Finanze di Montecitorio. La necessità dì ripartire dopo la crisi economica legata al Covid-19 è stata sottolineata da Claudio Cavallo, consigliere dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili: “L’impatto Covid nel mondo dei servizi finanziari è stato molto forte. Le stesse banche hanno aumentato le risorse per la sicurezza informatica e rafforzato il rapporto tecnologico e digitale con i clienti. Sui pagamenti digitali, le piattaforme di crowdfunding nutriamo ancora tante perplessità. Bisogna procedere in tempi rapidi a un miglioramento in tutti questi settori”. Secondo Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr; “La sandbox per le imprese è uno dei provvedimenti più auspicabili come modello per sburocratizzare anche gli altri settori. Mi spaventa solo che del comitato facciano parte soggetti come Ivass, Bankitalia, garanti vari, Agenzia delle Entrate; una serie di soggetti che non brillano per capacità di essere agili e sburocratizzati. Ma è il mezzo che serve, e le Casse potrebbero investire di più proprio in assenza di eccessi autorizzativi e di vigilanza. L’innovazione è il futuro della nostra economia e ci deve far pensare a un futuro migliore che ci potrà essere anche e, soprattutto, se il legislatore ascolterà le professioni”

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