ROMA – Come se non bastasse il Sahara occidentale, ecco la Cabilia. Il tema è sempre lo stesso, il diritto, presunto o reale, all’autodeterminazione tra i popoli. Il risultato pure: Algeria e Marocco nemici come e forse piĂš di prima.
Lâultima crisi è stata innescata dalle dichiarazioni dell’ambasciatore di Rabat alle Nazioni Unite, Omar Hilale. Che al Palazzo di vetro di New York ha detto che il popolo della Cabilia âmerita piĂš di ogni altro di godere appieno del diritto all’autodeterminazioneâ. Parole che hanno toccato nervi scoperti.
Solo poche settimane fa il governo algerino aveva infatti messo fuorilegge come âterroristaâ il Mouvement pour l’autodĂŠtermination en Kabylie (Mak), una formazione radicata in questa regione a maggioranza berbera.
Come è finita? Algeri, sostenitrice storica degli indipendentisti del Fronte Polisario, ha risposto richiamando il proprio ambasciatore a Rabat e tornando a denunciare lâoccupazione marocchina del Sahara occidentale. E mentre festeggia il fondatore del Mak in esilio a Parigi, il cantante Ferhat Mehenni, giĂ accusato di essere al soldo di Rabat, nuove nuvole si profilano allâorizzonte.
Ad agosto in Marocco è atteso il ministro degli Esteri di Israele, Yair Lapid, che dovrebbe inaugurare lâambasciata a Rabat dopo la normalizzazione dei rapporti bilaterali. Si tratta di una prima assoluta, possibile per la svolta di Donald Trump, con il riconoscimento americano della sovranitĂ marocchina sul Sahara occidentale. Uno schiaffo per Algeri.
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