Incendio in un grattacielo a Milano, Sala: “Accertare rapidamente le responsabilità”

MILANO – “La Torre del Moro è stata costruita poco più di 10 anni fa e non è accettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile”. L’indomani del disastro che ieri ha visto andare a fuoco il grattacielo di 60 metri in via Antonini, nel quartiere Vigentino da Milano, il sindaco meneghino Giuseppe Sala commenta via Facebook l’accaduto. Ricordiamo infatti che l’episodio ha portato all’evacuazione dei 60 nuclei famigliari che vivono all’interno dello stabile, senza conseguenze più gravi. Il rogo pare essere partito dal quindicesimo piano del palazzo attorno alle 17.45.

“Le cause sono ancora in via di accertamento- osserva Sala- quello che però è apparso chiaro sin da subito è che il rivestimento esterno del palazzo è andato in fiamme in modo fin troppo rapido, in una dinamica che ha ricordato da vicino l’incendio della Grenfell Tower di Londra di qualche anno fa”. Dunque, l’auspicio del sindaco è che “le responsabilità siano accertate con rapidità: la magistratura- aggiunge- è già al lavoro per chiarire la dinamica”.

Per quanto riguarda gli ormai ex inquilini dello stabile, Sala garantisce come alle famiglie che non avevano una sistemazione per la notte, sia stata offerta “una collocazione in hotel”, mentre “nelle prossime ore lavoreremo per garantire ai residenti tutto il supporto necessario”. Va detto come il primo cittadino, che non risparmia parole al miele per i Vigili del Fuoco intervenuti prontamente (“come sempre hanno operato in modo encomiabile in una situazione di estremo rischio personale, avendo dovuto lavorare allo spegnimento dell’incendio dall’interno e mettendo in sicurezza un piano per volta”), è stato presente fisicamente sullo scenario del dramma, annullando un evento pubblico previsto per ieri sera (un dibattito con i segretario dem Enrico Letta). “Sono rimasto lì fino a sera inoltrata- sottolinea- quando si è avuta conferma della notizia più importante: fortunatamente non ci sono vittime né feriti”.

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