Disoccupazione, è allarme. Il tasso sale al 10,6% altri 800 mila senza lavoro

Vincenzo Bianchi

Annus horribilis per l’economia italiana. Si chiude con un nuovo primato negativo: altri 609.500 disoccupati in più nel 2012, da aggiungere allo stock che già pesava sul Paese nel 2011 e che porta il numero complessivo dei senza lavoro a 2 milioni 717mila persone. E’ la stima fatta a dalla Cgia Mestre che, confermata dai dati ufficiali, ha portato il tasso di disoccupazione al 10,6%.

Ma non è finita qui, perché le proiezioni degli artigiani di Mestre sul 2013 sono ancora orientate al brutto: il prossimo anno la Cgia stima un aggravamento della situazione che farebbe finire nella rete della disoccupazione altri 246.600 italiani, portando la disoccupazione all’11,5%. Come dire che in due anni l’esercito di chi è alla caccia di un posto si appesantirà di oltre 800mila persone.

“Una situazione allarmante – afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – che sta diventando una vera e propria piaga sociale. Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese”. Per il segretario della Cgia, giovani, donne e stranieri sono le categorie più a rischio, “senza contare – spiega – che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo”. Questo in un quadro economico generale molto pesante: dall’inizio di quest’anno – ricordano gli artigiani mestrini – la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale – cioè i prestiti che non sono stati rimborsati – sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (pari al +10,9%). Se si considera che la produzione industriale è scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4%, per la Cgia è evidente “che la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente”.

Nel 2013, osserva l’ufficio studi mestrino, la caduta subirà una frenata, ma ancora una volta tutti gli indicatori saranno preceduti dal segno meno: il Pil sarà pari al -0,5% circa, i consumi privati allo -0,9%, quelli pubblici -0,3%, mentre gli investimenti chiuderanno con un -2,1%.  “Con queste previsioni – conclude Bortolussi – non c’è da meravigliarsi se le aziende non ce la facciano più a trattenere le proprie maestranze. Anche le piccole imprese, che in passato erano riuscite ad assorbire i lavoratori espulsi dalle ristrutturazioni che avevano interessato le grandi imprese, ora sono allo stremo e dopo 5 anni di crisi la loro tenuta è ormai ridotta al lumicino.  Servono delle misure anticicliche in grado di far ripartire l’economia”.

 

Tariffe, rincari da gennaio.

Da gennaio aumenteranno le tariffe del gas mentre scenderanno quelle della luce. Per il gas l’aumento è dell’1,7%, pari a 22 euro annuali, mentre per la luce è prevista una riduzione dell’1,4%, con un risparmio di 7 euro su base annua. L’Autorità per l’Energia ha fissato i prezzi per il prossimo trimestre. Ed ha anche aggiornato al rialzo i valori dei bonus riservati alle famiglie a basso reddito e numerose, e quello per disagio fisico.

Ma un’altra importante novità è in arrivo per il settore acqua: sono stati fissati i criteri per definire la tariffa ponte che servirà a favorire lo sviluppo delle infrastrutture e, in aggiunta, è arrivata una direttiva per rendere più trasparenti le bollette.

Sul calo dell’1,4% dell’energia elettrica – spiega l’Autorità – hanno inciso la riduzione del 3,6% della componente energia (produzione, dispacciamento e commercializzazione) per effetto dei significativi ribassi del prezzo nel mercato all’ingrosso, controbilanciata da un +0,5% per l’aggiornamento delle tariffe di rete e da un +1,7% per l’adeguamento degli oneri generali. Gli adeguamenti tengono anche conto degli effetti, in termini di minori gettito atteso, della prevista attivazione delle agevolazioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso mese di maggio in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Per il gas, sull’aumento dell’1,7% hanno inciso l’aumento dell’1,4% per l’aggiornamento delle tariffe di distribuzione, misura, trasporto e stoccaggio e l’incremento dello 0,5% circa per l’aggiornamento degli oneri generali. Incrementi in parte controbilanciati dal -0,2% circa per l’aggiornamento della materia prima, che è diminuita rispetto al quarto trimestre 2012. Ulteriori diminuzioni potranno essere conseguite con la riforma della componente materia prima gas, rispetto alla quale l’Autorità ha messo in consultazione i propri orientamenti.

Dai calcoli emerge anche un effetto “divergente” tra le diverse componenti usate per il calcolo degli aumenti: da un lato la riduzione del prezzi della materia prima, dall’altro l’aumento del valore delle componenti per coprire i “costi fissi” per le infrastrutture. Del resto l’adeguatezza delle infrastrutture resta un obiettivo primario per la sicurezza del sistema e per lo sviluppo della concorrenza.

Primo passo infine verso una “tariffa ponte” per l’acqua, che consenta di favorire gli investimenti. Approvato un insieme di provvedimenti di regolazione per il servizio idrico integrato. Tra questi la prima direttiva “per la trasparenza dei documenti di fatturazione”.

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