Equo compenso, parte il tavolo tecnico

Cura ricostituente per la disciplina sull’equo compenso da riconoscere a chi effettua prestazioni professionali, con l’intento di ÂŤcontrastare lo svilimento a livello economicoÂť dei servizi resi alla clientela. A prometterla il sottosegretario alla giustizia Jacopo Mor- rone che ieri mattina ha ufficialmente tagliato il nastro di un tavolo tecnico ÂŤad hocÂť, chiedendo ai vertici degli Ordini di ÂŤindicare un proprio esperto in materiaÂť, e raccogliere (ÂŤnel piĂš breve tempo possibileÂť, fissando un nuovo faccia a faccia ÂŤprima di PasquaÂť) suggerimenti e proposte emendative delle norme esistenti; l’idea dell’esponente di via Arenula è giungere ÂŤentro l’annoÂť ad un’iniziativa ÂŤil piĂš possibile condivisa per migliorare la disciplinaÂť. L’introduzione della legge sulla remunerazione proporzionata alla quantitĂ  e alla qualitĂ  del lavoro svolto, infatti, all’atto pratico ÂŤnon ha determinato gli effetti auspicatiÂť: i committenti ÂŤfortiÂť e, in particolare, la Pubblica amministrazione, per ammissione dello stesso sottosegretario sembrano non averne recepito i contenuti. Ecco perchĂŠ le delegazioni del Cup (Comitato unitario delle professioni) e della Rtp (Rete delle professioni tecniche), presieduti da Marina Calderone e Armando Zambrano, ricordando che, a livello regionale, si stanno approvando (come, di recente, nel Lazio) norme in materia, hanno invocato il completamento del provvedimento, estendendolo a tutti i committenti, senza disparitĂ  di trattamento e l’aggiornamento delle clausole vessatorie. Dal canto suo, il numero uno dei commercialisti Massimo Miani segnala d’aver nel cassetto la proposta da affidare al Ministero della giustizia per ÂŤapportare possibili modifiche ai parametri attualmente previstiÂť per la categoria, ÂŤin modo da renderli maggiormente coerenti con le specifiche competenze tecnicheÂť. Quanto, invece, all’emendamento al disegno di legge sulle semplificazioni fiscali, voluto dalla presidente della Commissione finanze della Camera Carla Ruocco (M5s), che conferisce ad avvocati e commercialisti la possibilitĂ , oggi gestita esclusivamente dai notai, di autenticare la sottoscrizione e curare il deposito dell’atto nel caso di cessione d’azienda, Morrone è cauto: ÂŤL’ultima cosa che voglio è che, all’interno degli ordini, si faccia battaglia. E che si creino rivalitĂ . È bene verificareÂť, dice a ItaliaOggi, ÂŤprima di far passare, con una norma, le competenze da una professione all’altraÂť, conclude il sottosegretario.

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