Il coordinatore scientifico del Master Tributario di aggiornamento professionale in materia fiscaleâ promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri ed organizzato dagli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che hanno aderito allâiniziativa, è Maurizio Leo, professore ordinario di diritto tributario alla Scuola nazionale dellâAmministrazione (presidenza del Consiglio dei ministri) e vicepresidente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa (Cpga). Nel corso del suo intervento Leo ha illustrato lo stato dell’arte dei principali provvedimenti normativi approvati o in dirittura d’arrivo, a partire dalla ‘pace fiscale’, seguita dalla legge di bilancio del 2019 che, per esempio con la flat tax, ha voluto prestare maggiore attenzione alle persone fisiche piuttosto che alle imprese. âFlat tax che qualche elemento di criticitĂ lo ha mostrato: ĂŠ il caso, ad esempio, del caso di un professionista che nel 2018 ha avuto un fatturato al di sotto dei ‘famosi’ 65.000 euro. In questa circostanza â ha osservato Leo – appare illogico che, se l’anno successivo lo stesso professionista si trova a superare anche abbondantemente questo limite di fatturato, si debba pagare comunque il 15%. Si tratta di asimmetrie che credo possano essere corretteâ. Un ulteriore gruppo di provvedimenti analizzato dal Coordinatore scientifico è quello in discussione in Commissione Finanze alla Camera, atto Camera 1074, che interviene sulle asimmetrie del sistema. âTra le norme piĂš importanti va segnalata quella che prevede la necessitĂ , in ogni occasione, del contraddittorio tra fisco e contribuenteâ. Un ultimo pacchetto di provvedimenti âè quello contenuto nel Decreto Crescita, orientato alle imprese di maggiori dimensioni. Bisogna però pensare â ha concluso Leo â ad avviare a riforme strategiche del sistema, tra le qualiè improcrastinabile una riforma della giustizia tributariaâ.
Nel corso del Master Rossella Miceli, professore di diritto tributario d’impresa presso l’UniversitĂ La Sapienza di Roma ha approfondito âi principi della materia tributaria, in particolare lo Statuto dei diritti del contribuente  (L.212/2000) che â ha evidenziato – si pone in una posizione subordinata alla Costituzione ma piĂš elevata (anche se non dal punto di vista formale) rispetto alle leggi ordinarie. La giurisprudenza, peraltro, ha riconosciuto alle disposizioni dello Statuto natura di principi generali dellâordinamento tributario (Cass. 7080/2004; Cass. 17576/2002)â. La docente ha poi riservato una riflessione alle vicissitudini del Titolo V della Costituzione: âdopo una prima fase di centralismo, nel 2000 si è avviata una riforma in senso maggiormente federalista volta a conferire spazi di autonomia di governo e di autonomia finanziaria agli enti territoriali che si è completata nei punti essenziali soltanto nel 2012. Si registrano, dunque, maggiori spazi di autonomia e responsabilitĂ rispetto al passato, ma il federalismo fiscale nel complesso â ĂŠ stata la conclusione – risulta ancora molto ridotto nella sostanzaâ.
Massimiliano Giorgi, anch’egli professore di diritto tributario d’impresa presso l’UniversitĂ La Sapienza di Roma, ha illustrato una relazione sui riflessi, positivi e negativi, dei sistemi impositivi basati sull’autodeterminazione dei tributi. âNel tentativo di combattere l’evasione, in tempi piĂş recenti sono stati progressivamente aumentati gli obblighi strumentali all’adempimento del tributo (spesometri, esterometri, Modelli Intra, trasmissioni telematiche, fatture elettroniche etc.) che da un lato si sono rivelati inefficaci, perchĂŠ tipici della fiscalitĂ analitica, e dall’altro hanno esponenzialmente aumentato il costo di adempimento del tributoâ.
Secondo Giorgi âl’aumento degli obblighi strumentali ha effetti indesiderabili per lo Stato, perchĂŠ tale costo si somma al ‘costo’ del tributo ma anche per i commercialisti, perchĂŠ il contribuente tende a ‘condividere’ tale costo con il commercialistaâ.