Kosovo. Kfor, l’ufficiale dell’Arma: “Missione a supporto delle istituzioni locali”

ROMA – “Mi sono innamorato di questa scelta di vita e non ho pensato ad altro. Mi avvicinai all’Arma durante gli anni degli studi e ne ho condiviso i valori”. A parlare con l’agenzia Dire dal teatro operativo in Kosovo, missione Nato KFor, è il Tenente dell’Arma dei Carabinieri, Pierluigi Manenti, “capo della cellula G2 all’interno dello Stato Maggiore del Reggimento Msu”, che ha ricordato così le ragioni della propria scelta di vita e ha spiegato la funzione della missione Nato nel cuore dell’Europa.

Compito della cellula G2 è quello di “raccogliere e analizzare le informazioni, dalla politica all’economia e al contesto sociale al fine di prendere le decisioni accurate e garantire una cornice di sicurezza a tutti gli operatori della Kfor”.

La missione, ha ricordato l’ufficiale, è “in Kosovo dal 1999, un Paese scosso da una guerra civile cruenta tra serbi e albanesi. La Nato è intervenuta a costruire un ambiente sicuro, garantire libertà di movimento ai cittadini, addestrare la polizia locale e- ha concluso- supportare le istituzioni locali” di un Paese così giovane.

MARESCIALLO ARMA: MIA PASSIONE PER VICINANZA CC A CITTADINI

Gli episodi da raccontare al rientro a casa saranno tanti, come quel gruppetto di bambini con cui giocare dopo le attività di addestramento. Il Maresciallo Capo Cristian Marano, carabiniere, è alla sua seconda volta in Kosovo, nella missione KFor. “La prima volta sono stato qui nel 2010- ha raccontato alla Dire- e mi fa piacere vedere come il Paese sia andato avanti”.

“Faccio parte del battiglione Msu e mi occupo di attività addestrativa- ha spiegato- per i colleghi dell’Arma in teatro, per le altre forze KFor e per la Kosovo Police”. “Nel 2004 mi arruolai nell’Esercito- ha ricordato infine- poi mi sono appassionato all’Arma per la sua vicinanza alla cittadinanza e alla popolazione”, una passione che si unisce anche per quella del viaggio e la conoscenza di nuovi Paesi, come qui in Kosovo dove ormai è operativo da sei mesi. Presto il ritorno in Patria.
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