Neri Marcorè: “Anestesisti rianimatori e lavoratori dello spettacolo uniti dalla sofferenza”

ROMA – “Oggi ho avuto un ruolo di co-conduttore insieme alla professoressa Flavia Petrini, presidente uscente di Siaarti, che mi ha voluto al suo fianco, sia per gestire la parte di saluti istituzionali dei vari interventi dei relatori, sia per chiudere l’inaugurazione con un piccolo contributo artistico che ho scelto pescando nel repertorio di quello che poteva essere un punto di contatto tra il mondo della sanità e quello artistico”. Così all’agenzia Dire l’attore, doppiatore e conduttore televisivo Neri Marcorè, che ha co-condotto i lavori della cerimonia di apertura del 75esimo Congresso Nazionale Siaarti, di scena a Roma fino a sabato.

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Speranza: “Grazie agli anestesisti rianimatori per il lavoro incredibile durante la pandemia”

“Anni fa- racconta- portai in scena uno spettacolo dal titolo ‘La lunga notte del dottor Galvan’, un testo scritto da Pennac per il bicentenario degli ospedali di Parigi, dal quale il regista per cui lavoro da 20 anni, Giorgio Gaglione, aveva tratto l’idea di una rappresentazione teatrale. Qui a Roma non ho ovviamente riproposto quello spettacolo, che aveva una durata ben diversa, ma ho ne fatto una riduzione”. “È la storia- spiega- di un paziente che mostra molti sintomi diversi, fa impazzire l’ospedale andando in tutti i reparti e poi alla fine c’è la sorpresa perché si scopre che lo faceva apposta. Mi ha fatto molto piacere recitare questo testo, perché nella mia professione varia c’è anche quella di conduttore e in questa mattinata ho unito le due cose, conduttore e attore”.

Gli anestesisti rianimatori hanno sofferto molto il periodo della pandemia da Covid-19 ma quanto ha sofferto il mondo del cinema, dello spettacolo e della televisione e quanto, in particolare, ha sofferto questo periodo Neri Marcorè? L’attore risponde che “gli anestesisti rianimatori sono stati in prima linea, le terapie intensive sono state sottoposte ad una pressione incredibile. Siamo tutti grati al personale medico che è stato davvero in trincea per tutto questo anno e mezzo. Oggi le cose sono molto diverse rispetto all’anno scorso, quando, attraverso la ricerca, hanno cominciato a trovare soluzioni per combattere questo virus”.

Marcorè aggiunge poi che “per quanto riguarda il settore del teatro e tutto il settore artistico sappiamo bene che all’inizio cinema e teatri sono stati chiusi insieme ai ristoranti, poi loro hanno riaperto anche parzialmente mentre cinema e teatri continuavano a rimanere chiusi. Io ha la fortuna di aver iniziato molto tempo fa, e quindi ho potuto sopportare più facilmente una crisi del genere, ma se penso a chi invece ha iniziato da meno tempo, comunque a tutto il personale del settore, ai tecnici e alle persone che lavorano dietro le quinte, credo che loro abbiano sofferto tantissimo questo anno abbondante di chiusura e credo anche che i sussidi che sono stati elargiti a compensazione non siano stati sufficienti per il lavoro perduto”.

“Temo che molte persone abbiano davvero sofferto difficoltà incredibili- sottolinea- e adesso speriamo solo di non tornare indietro. Ci sono gli elementi che ci fanno ben sperare, come la decisione per legge di tornare alla capienza effettiva dei luoghi dedicati all’arte e allo spettacolo. Ma- aggiunge- per non tornare indietro ci vuole buon senso anche da parte di tutte le persone. Parlo di ‘buon senso’ e non mi spingo oltre per dire che tutte queste levate di scudi contro la vaccinazione davvero mi sembrano assurde, anche perché il vaccino è l’unico modo per uscirne. Invito a vaccinarsi chi non l’avesse ancora fatto per le più svariate ragioni. È il modo per mettersi il prima possibile alle spalle questo episodio che riguarda la vita di tutti noi”.

Marcorè spiega infine che “personalmente ho avuto la fortuna di non subire danni o dolori o di soffrire situazioni sanitarie particolari o critiche all’interno della mia famiglia. Sono tra i fortunati che l’hanno scampata liscia e da questo punto di vista, da questa condizione ho sicuramente sofferto meno di tanti altri. Credo si tratti solo di fortuna e probabilmente anche il rispetto fin da subito di alcune regole e sappiamo bene che anche chi le rispettava magari è stato comunque colpito da infezione. Per quanto riguarda il lavoro devo dire che ce ne è sempre stato abbastanza, anche lo scorso anno durante l’estate che si potevano fare spettacoli dal vivo sono riuscito comunque ad andare abbastanza avanti. Adesso siamo ripartiti un po’ tutti e, ripeto, speriamo solo di non tornare indietro”, conclude.

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