Dal Salone del libro di Torino “un forte segnale per il ritorno alla normalità”

“A Torino, questi giorni, è successo qualcosa di incredibile. Avevamo sognato a lungo, non eravamo arrivati a sognare questo. Un’esplosione di gente felice di ritrovarsi dopo tanto tempo, di abbracciarsi, di stare insieme. È un segno fortissimo per il ritorno alla normalità. Sfogliare un libro fa poco rumore, arriva difficilmente alle cronache, ma se lo fanno in centinaia di migliaia, insieme, nello stesso posto e negli stessi giorni, danno un segnale che non può essere ignorato. E infatti non lo è stato. Esiste anche questo paese, è una parte importante del paese. Non commettete l’errore di ignorarlo. Persone di tutte le provenienze e di tutte le età sono arrivate al Lingotto – in più, c’è stato per la prima volta un abbassamento sensibile dell’età media, tantissimi giovani e giovanissimi, facce che al Salone non si erano mai viste. È successo qualcosa”. Lo scrive, in un lungo post su Facebook, il direttore del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia.

“Quando mesi fa abbiamo deciso di fare un investimento che avrebbe potuto far fallire la fiera (una fiera di grandi dimensioni, con ospiti internazionali, addirittura con spazi allargati, confidando nel fatto che la campagna vaccinale avrebbe fatto il suo corso, questione allora non certa) avevamo paura, ma al tempo stesso ci siamo detti che non potevamo scommettere sul fatto che il futuro sarebbe stato nero- racconta Lagioia-. A quel punto abbiamo lavorato senza risparmiarci, non ci sono stati giorni e notti, sabati e domeniche. Eravamo abituati a questi ritmi, quando è il momento si soffrire sappiamo farlo tutti insieme. Soprattutto, nessuno gioca più per se stesso. È stato un successo travolgente, oltre ogni aspettativa”.

“Credo sia il primo evento di queste dimensioni a livello internazionale legato all’editoria che si organizza da quando c’è stata la pandemia- conclude Lagioia-. L’Italia ha fatto da apripista, credo possiamo esserne orgogliosi e prendercene insieme la responsabilità. Il Salone non ha un pubblico, ha una comunità. Organizzare tutto così rocambolescamente ha portato a qualche ritardo e disservizio, di questo ci scusiamo. Cercheremo di essere all’altezza di tutto l’amore che è arrivato. Siamo di nuovo insieme, fino a pochi giorni fa non sembrava possibile”.

LEGGI ANCHE: Il ministero dell’Istruzione alla XXXIII edizione del Salone del Libro di Torino

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