Migranti, la Procura di Agrigento chiede di prosciogliere il comandante della Mare Jonio

PALERMO – La Procura di Agrigento ha chiesto al gip il proscioglimento da ogni accusa del comandante della nave Mare Jonio e del capomissione della ong Mediterranea saving humans per i reati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e per due violazioni del Codice della navigazione per cui erano stati indagati in seguito a un soccorso effettuato il 9 maggio 2019. Ne dà notizia la ong.

“Grazie al lavoro eccellente dei nostri legali Serena Romano e Fabio Lanfranca, e dopo due anni e mezzo di approfondite indagini, la Procura di Agrigento conclude che il nostro comportamento e le nostre scelte sono state assolutamente legittime per aver ‘adempiuto al dovere di salvataggio di persone in pericolo di vita in mare’ e al loro successivo sbarco in un porto sicuro”, afferma Mediterranea.

La vicenda risale al 9 maggio 2019 quando la Mare Jonio, impegnata in missione di osservazione e monitoraggio nel Mediterraneo centrale, individuò in acque internazionali in zona Sar di competenza attribuita alla Libia, a circa 35 miglia a nord di Zuara, un piccolo gommone sovraccarico di trenta persone, tra cui due donne incinte, una bambina di 2 anni e diversi minori non accompagnati che stava imbarcando acqua e aveva il motore in avaria. A bordo migranti provenienti da Ciad, Bangladesh, Sudan, Camerun, Mali, Costa d’Avorio, Nigeria e Burkina Faso.

Una volta soccorsi a bordo, la Mare Jonio rifiutò qualsiasi contatto con le autorità libiche disobbedendo agli ordini provenienti dal ministero dell’Interno italiano “che voleva imporci – è il racconto della Ong – di consegnare questi naufraghi alla cosiddetta guardia costiera di Tripoli”. La Mare Jonio fece rotta, invece, verso nord, sbarcando la mattina successiva tutte le 30 persone salvate nel porto sicuro di Lampedusa. Qui scattò l’operazione della Guardia di finanza con il sequestro della nave, durato fino ad agosto, e l’apertura delle indagini a carico di comandante e capomissione. La richiesta di proscioglimento è stata firmata dai pubblici ministeri Salvatore Vella e Cecilia Baravelli.

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