Alla Biblioteca universitaria di Cagliari i falsi più celebri della storia

CAGLIARI –  Le ‘Carte d’Arborea’, i falsi più famosi nella storiografia sarda, capaci di ingannare nella seconda metà del 1800 gran parte degli accademici dell’isola. Un antichissimo manoscritto della Divina Commedia, databile al XIV secolo, che presenta nel testo alcune terzine aggiunte e spurie, attribuibili a modifiche apportate successivamente alla prima stesura. E ancora, il ‘Monstrorum historia’ di Ulisse Aldrovandi, imponente trattato scientifico con illustrazioni pubblicato nel XVII secolo, in cui il grande naturalista e botanico bolognese descrive deformità umane e animali, con una sezione sui mostri della mitologia e sulle credenze legate alla tradizione popolare.

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Visitare la Biblioteca universitaria di Cagliari non è solo un’immersione tra le bellezze di Palazzo Belgrano, monumentale complesso architettonico del ‘700 nello storico quartiere Castello, ma può rappresentare per i lettori più curiosi un inaspettato viaggio tra gli ‘inganni’ della Storia, grazie alle tante opere custodite, rese ancora più preziose e affascinanti per le illusioni che si sono portate dietro negli anni. “I falsi di Arborea, inizialmente datati nel 1200, furono creati artificialmente a metà del XIX secolo dall’archivista Ignazio Pillito, quindi diffusi nel 1854 da un prete. Si tratta di documenti, cronache e poesie scritte in latino, italiano e soprattutto in un linguaggio fantastico, una inesistente lingua sarda medievale”, racconta il direttore della Biblioteca, Martino Marangon.

“Furono prodotti per dimostrare che esisteva una scuola poetica di Oristano ancora più antica della scuola siciliana- spiega- e prima di essere smascherati dall’Accademia delle scienze di Berlino, nel 1870, in molti ci cascarono. Ma riportando le parole del famoso storico Marc Bloch, il falso non può essere qualcosa di cui sbarazzarsi, come pensavano i positivisti, perché è anch’esso un’informazione storica. Occorre quindi capire chi l’ha fatto e per quale motivo”.

LA STORIA DELLA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI CAGLIARI

La Biblioteca venne istituita nel 1764 con le Costituzioni per la riforma dell’Università e collocata, per volere del re Carlo Emanuele III di Savoia, nell’edificio eretto sopra il Bastione del Balice. Le fu riservato da subito un apposito salone di conservazione e di lettura chiamato ‘Sala Grande’, oggi ‘Sala Settecentesca’, corredata di scaffalature posizionate lungo tutto il perimetro murario e a piena altezza, in cui dovevano trovare collocazione, si legge nelle Costituzioni, “i migliori libri in ogni facoltà, onde si gli studenti che altri sieno in caso all’opportunità di farvi corso”. Aperta al pubblico nel 1792, nel corso degli anni acquisì nuovi spazi, tra cui la Cappella dell’ex seminario adiacente, con volta a botte e riccamente affrescata, oggi adibita a sala di conservazione e consultazione del materiale raro.

LE OPERE DELLA BIBLIOTECA

Per valore e ricchezza dei suoi fondi documentari e librari, la Biblioteca universitaria di Cagliari è considerata la più importante della Sardegna: del suo ingente patrimonio fanno parte oltre 600mila unità bibliografiche, tra cui 6.103 manoscritti, 5.227 testate di giornali e riviste, 238 incunaboli, 6.500 disegni, stampe, carte geografiche e cartoline. Sono oltre 15mila i documenti su supporto non cartaceo, fra cui i microfilm di tutti i manoscritti e i giornali sardi dell’Ottocento. Ampia e organica anche la raccolta di materiale sul dominio spagnolo nell’isola. Tra i 226 incunaboli conservati nella Biblioteca, particolare interesse riveste la più antica edizione a stampa della ‘Carta de Logu’, la prima raccolta di leggi interamente in lingua sarda destinata ai Giudicati sardi, e una Bibbia in latino, stampata a Lione nel 1494, unico esemplare presente in Italia. Tra i fondi da sottolineare una raccolta di autografi di illustri personaggi che hanno fatto la storia dell’Italia: presenti, tra gli altri, Ugo Foscolo, Alessandro Manzoni, Vittorio Emanuele II, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.

IL LABORATORIO DI RESTAURO DELLA BIBLIOTECA

All’interno dei locali della Biblioteca è presente anche un importante laboratorio di restauro, prosecuzione di quello progettato e realizzato, nel 1937, dall’allora direttrice Bianca Bruno. I lavori di restauro si concentrano attualmente su materiale cartaceo moderno ed antico, pergamenaceo, su rilegature antiche – in cuoio e in pergamena, e moderne in tela – rispettando le direttive tecniche impartite dall’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma. Il reportage, che fa parte del progetto Biblioteche d’Italia, è realizzato dal ministero guidato da Dario Franceschini insieme all’Agenzia di stampa Dire. Il documentario sulla Biblioteca Universitaria di Cagliari è disponibile sul nuovo profilo Instagram @bibliotecheditalia: https://www.instagram.com/p/CVSLY3ZtEF1/. Il prossimo appuntamento è giovedì 28 ottobre con la Biblioteca Universitaria di Pavia.

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