Pensano di chiamare il pusher, rispondono i Carabinieri

Di Federica Nannetti

BOLOGNA – “Buonasera, avrei bisogno di un pezzo piccolo di cocaina”. “Buongiorno, avrei bisogno di due pezzi di cocaina”. “Avrei bisogno di 20 euro di hashish”. Ma dall’altra parte, a rispondere, ci sono i Carabinieri. Sono solo tre delle telefonate che i militari hanno ricevuto sul cellulare ‘infuocato’ dalle chiamate e sequestrato al 49enne di origine tunisina fermato per detenzione a fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti. Tre presunti assuntori che, insieme alle altre prove raccolte, hanno portato all’arresto dell’uomo, ora in camera di sicurezza in attesa di giudizio per direttissima.

Tutto è in realtĂ  partito con il suo avvistamento dalla finestra da parte di un residente della zona che, in modo inequivocabile, ne ha riconosciuto l’attivitĂ  di spaccio: i Carabinieri del nucleo radiomobile di Bologna nel quartiere San Donato-San Vitale, intervenuti vicino all’istituto comprensivo di via Filippo Beroaldo a colpo sicuro grazie alla descrizione precisa del luogo e della persona, sono così riusciti a fermarlo. Senza fissa dimora, il 49enne era giĂ  stato sottoposto a obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per lo stesso precedente. Dalla perquisizione personale sono state recuperate altre dosi di hashish e cocaina, 160 euro in contanti e due smartphone. I presunti clienti, non identificati, sono stati semplicemente segnalati e rappresentano appunto una prova di colpevolezza in piĂą ai danni del pusher.

I servizi di contrasto alla criminalità dei Carabinieri di Bologna hanno portato all’arresto anche di un 21enne italiano in via Stalingrado: alla guida di un’automobile elettrica, è stato sottoposto a una perquisizione personale e veicolare, trovandolo in possesso di una quarantina di euro in contanti e 40 grammi di hashish occultati negli slip. Le operazioni di ricerca sono proseguite a casa del giovane, dove i carabinieri hanno trovato ulteriori 150 grammi di hashish e 450 euro in contanti. Su disposizione della Procura di Bologna, ora si trova agli arresti domiciliari.

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