I genitori di Giulio Regeni al Parlamento Ue: “Servono azioni concrete”

Di Alessio Pisanò

BRUXELLES – “Chiediamo la vostra vicinanza e il vostro aiuto con fatti concreti”. Queste le parole pronunciate da Paola Regeni, madre del ricercatore Giulio Regeni, ucciso in Egitto nel 2016, intervenuta in collegamento alla sottocommissione sui diritti umani che si è tenuta oggi al Parlamento europeo. È intervenuto subito dopo, sempre da remoto, anche il padre di Giulio, Claudio Regeni: “In tutti questi anni abbiamo sentito soltanto parole e poche azioni e nessuna reale azione è stata presa. Noi stessi abbiamo fatto un esposto contro il governo italiano per violazione alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi ai Paesi che non violano i diritti umani. Questo non viene rispettato praticamente da nessuna nazione europea e anche extra-europea. Chiediamo un vostro supporto con azioni, oltre che parole”.

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All’intervento dei due genitori, ha fatto seguito quello dell’avvocatessa Alessandra Ballerini. “Quello che noi chiediamo agli ambasciatori dell’Unione europea, alle istituzioni dei Paesi dell’Unione europea e al Parlamento europeo – ha detto la legale – è di fare tutte le pressioni che possano fare, in ogni singolo incontro con autorità egiziane per avere le elezioni a domicilio dei quattro imputati del sequestro e delle torture dell’omicidio di Giulio Regeni, e subordinare a questa condizioni, qualunque altro affare. Non c’è affare che possa tenere di fronte all’impunità per chi sequestra, tortura, e uccide un cittadino europeo”, ha aggiunto Ballerini.

“Non si può più avere fiducia nei confronti di un regime che promette e poi agisce in maniera completamente diversa”, ha proseguito l’avvocato. “Non possiamo continuare a collaborare con uno Stato che non collabora con noi e che viola sistematicamente i diritti umani”.

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