L’Inps ingloberĂ  l’Inpgi

Scossone per tutto il mondo della carta stampata, dai giornalisti agli editori di libri. Nella bozza della Legge di bilancio 2022, entrata nel consiglio dei ministri di ieri, infatti, ci sono almeno due interventi importanti per il settore dell’editoria. A partire dal passaggio dell’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani) sotto l’ombrello dell’Inps, con l’obiettivo di «garantire la tutela delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti». Quindi dal primo luglio dell’anno prossimo, le posizioni contributive e pensionistiche dei giornalisti dipendenti saranno gestito dall’Istituto nazionale previdenza sociale mentre il cosiddetto Inpgi 2 (che riguarda i cronisti freelance) non è interessata. In particolare, le pensioni di anzianitĂ  maturate fino al 30 giugno 2022 verranno calcolato seguendo le regole dell’Inpgi; successivamente si passerĂ  al regime Inps ma sommando le quoto di pensione corrispondenti al le anzianitĂ  contributive acquisite fino al 30 giugno 2022 e quelle acquisite dal primo luglio 2022 in poi. Però, per quanto riguarda i trattamenti di disoccupazione e di cassa integrazione guadagni, dal primo luglio 2022 al 31 dicembre 2023 continueranno a valere le regole Inpgi (oggi sotto la presidenza di Marina Macelloni). Operativamente, un comitato d’integrazione e non piĂą di cento dipendenti Inpgi (che passeranno all’Inps) seguiranno il periodo di transizione. NovitĂ  in vista anche per gli editori di libri che si vedono promuovere come misura strutturale l’Appl8, che finora ha contribuito in modo significativo a sostenerne i consumi. Ora la bozza della Manovra 2022 prevede ogni anno, dal 2022 in poi, uno stanziamento di 230 milioni (contro i 220 min del 2021). Ma, se finora ogni giovane riceveva una card con un controvalore di 500 euro da spendere, d’ora in poi solo i neo-diciottenni con un Isee non superiore a 25 mila euro annui potranno richiederla. Quanto verrĂ  loro versato? Lo deciderĂ  il ministero della cultura con apposito decreto. La bozza della prossima Legge di bilancio prevede, inoltre, una serie di ulteriori interventi a favore dell’editoria, come il varo del «Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria», con una dotazione di 90 milioni per il 2022 e di 140 milioni per l’anno successivo (un intervento aggiuntivo simile era stato previsto dall’ex sottosegretario all’editoria Luca Lotti circa 7 anni fa). Obiettivo odierno: favorire l’evoluzione tecnologica delle case editrici. Cambia infine il credito d’imposta per l’acquisto di carta da stampare, «riconosciuto anche per gli anni 2022 e 2023 nella misura del 30% delle spese sostenuto, rispettivamente negli anni 2021 e 2022, entro il limite di 60 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023». A oggi, invece, lo sgravio era del 10% a fronte di un budget da 30 milioni l’anno.

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