Un sistema bancario imbrigliato nelle regole comunitarie

La carenza di liquiditĂ  per imprese e famiglie sta caratterizzando il lungo periodo di assestamento post Covid-19 i cui effetti si fanno ancora sentire nel tessuto economico e sociale. Da un lato l’esigenza di andare avanti, ripartire, tornare a credere nel proprio progetto imprenditoriale o familiare; dall’altro la difficoltĂ  di accesso al credito con un sistema bancario imbrigliato nelle regole comunitarie. A peggiorare la situazione, la complessitĂ  di una burocrazia che ha messo a dura prova la pazienza dei contribuenti e la tenuta dei professionisti, impegnati a districarsi in un caos normativo relativo a contributi, rinvii di scadenze e finanziamenti. In questo quadro c’è grande attesa per la prossima manovra finanziaria del governo Draghi che dovrĂ  necessariamente dare risposte a tutte queste criticitĂ  e dovrĂ  preparare il terreno per l’ottimizzazione delle risorse previste dal Pnrr. A partire dalla realizzazione di quelle riforme che il Paese attende da decenni. Modifiche non solo normative, ma anche culturali e innovative con la necessitĂ  di puntare decisamente sulla digitalizzazione dei procedimenti e sullo snellimento di apparati normativi che rischiano di soffocare le misure adottate. Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi, dell’Odcec di Bergamo: «Si parla di liquiditĂ  alle piccole e medie imprese ma le ultime misure concrete risalgono ai decreti sostegni e sostegni bis. Come è possibile garantire loro la liquiditĂ  necessaria per ripartire e non perdere il treno del Pnrr? Questo è il nodo fondamentale. Ci sono interi comparti come il Terzo settore che contano un milione di dipendenti e 5 milioni di volontari. Tutte queste realtĂ  meritano piĂą attenzione. Si auspicava una semplificazione del superbonus 110% mentre ora la manovra conferma il bonus ma la percezione è che di semplificazione non ci sia traccia. E la jungla burocratica si infittisce riducendo in modo determinante la portata dell’intero provvedimento». Sulla stessa linea Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione Cnpr: «In una situazione nella quale la dialettica politica consente di esporre contenuti, l’auspicio è trasformare le proposte condivise in fatti concreti. Il settore no profit vale 80 mid di euro, è necessario un trattamento fiscale agevolato e semplificato per aiutare al funzionamento delle attivitĂ  che contribuiscono al nostro benessere. Ci sono poi altri punti sui quali ragionare e agire per arrivare al rilancio nostra economia. La massima parte delle energie è rivolta al Pnrr come se questo piano fosse da solo lo strumento unico per la ri partenza. Questo è vero in parte, perchĂ© favorirĂ  l’immissione di investimenti importanti e strutturali. Ma ci sono tante misure piĂą micro, come concedere liquiditĂ  alle imprese e ai cittadini in maniera agevolata».

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