Covid, Galli: “Tamponi rapidi? Dopo 10 giorni è difficile essere ancora infettivi”

ROMA – “Dopo 10 giorni di isolamento a casa, per essere stato positivo al Covid, ho fatto un tampone rapido e sono risultato negativo. Posso essere certo, visto quello che si dice sui rapidi, ovvero che non sono attendibili al 100%, di non infettare parenti ed amici una volta tornato alla vita sociale?”. Interrogativi come questo sono all’ordine del giorno, con gli attuali due milioni di italiani positivi al Covid, e con la contemporanea indicazione di poter usufruire del tampone rapido antigenico per decretare la guarigione (dopo 10 giorni di cui almeno tre senza sintomi). Anzi, non si parla d’altro, soprattutto tra chi sta uscendo dalla positività.

Sono tanti i giovani che, appena tornati negativi, vorrebbero tornare a trovare i genitori anziani. Siamo davvero sicuri che non ci sia il rischio di infettarli? E Lo stesso vale per un quarantenne o un cinquantenne che dopo 10 giorni, e un tampone rapido negativo, torna in ufficio alla presenza di colleghi. Ci sono rischi per gli altri? Dopo 10 giorni, in altre parole la carica virale di chi ha avuto il Covid, ed è poi tornato negativo, ha una seppur minima possibilità di infettare ancora gli altri? Ne abbiamo parlato con il dottor Massimo Galli, ex direttore delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e uno dei massimi esperti italiani del Covid.

Dopo un tampone rapido c’è il rischio, pur essendo negativi, di avere ancora dei residui di virus che possano infettare chi ci è più vicino?

“Se una persona, dopo essere stata a lungo positiva, si ritrova con il risultato negativo ad un tampone rapido l’indicazione che se ne può trarre è che la carica virale è certamente scesa. Dopo 10 giorni è difficile che sia in grado ancora di trasmettere il virus”.

La carica virale, mediamente, dopo quanti giorni perde questa capacità di infettare?

“Non esiste una regola fissa rispetto all’andamento delle infezioni dei singoli. Ma dopo 10 giorni il dato di fatto è che il grado di infettività che resta è decisamente basso. Quindi la risposta è che è sufficiente avere questo genere di indicazione (del tampone rapido, ndr) per essere ragionevolmente sicuro. Si possono anche avere prudenze aggiuntive per un periodo più lungo ma l’efficienza della trasmissione è in questa”.

Dopo quanti giorni possiamo essere sicuri al 100% di non essere più infettivi?

“Dopo 21 giorni la capacità infettante si perde al 100%. Un residuo di replicazione è probabile che possa permanere per un periodo più lungo. Non è impossibile, abbiamo avuto casi positivi per diverse settimane. Ma riassumendo posso dire che quel che conta, di fatto, non è il permanere di una positività modesta ma il sapere che a distanza di un certo periodo dall’infezione nella stragrande maggioranza dei casi la carica infettante non è più sufficiente per rendere pericolosa una persona che ha ancora residui di positività”.

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