La denuncia dell’Oms in Etiopia: “Nessun accesso alle medicine, in Tigray è un inferno”

ROMA – A causa di un “blocco totale” imposto dal governo etiope la situazione umanitaria nel Tigray, regione colpita da oltre 14 mesi di conflitto, è diventata un “inferno” e un “insulto all’umanità”: a lanciare la denuncia è stato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus. Parlando ieri con i giornalisti il massimo dirigente dell’agenzia dell’Onu ha detto che all’Oms “non è permesso consegnare medicinali alla popolazione dell’area dallo scorso luglio, nonostante le ripetute richieste”. Ghebreyesus è di origini tigrine ed è stato più volte accusato dal governo etiope di sostenere almeno a livello diplomatico il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf), il partito contro cui l’esercito di Addis Abeba ha lanciato, nel novembre 2020, l’offensiva militare tuttora in corso. Il direttore dell’Oms, che è stato anche ministro della Salute in un governo etiope a guida Tplf tra il 2005 e il 2012, ha detto di “non avere pregiudizi” nonostante i suoi legami con la regione, e ha poi aggiunto: “La situazione è seria. Immaginate un blocco totale imposto a sette milioni di persone per più di un anno. Non c’è più cibo, non ci sono medicine, non ci sono telefoni nè media”.Le denunce di Ghebreyesus troverebbero conferma nelle dichiarazioni del responsabile per le Emergenze dell’Oms, Michael Ryan. Il dirigente ha detto che da circa sei mesi i medici in Tigray non hanno accesso a “medicinali salva vita anche basici”, come l’insulina per i pazienti diabetici. In settimana l’Onu ha sospeso le operazioni delle sue agenzie umanitarie nel nord-ovest della regione a causa dei “ripetuti attacchi aerei con droni” che si stanno registrando nella zona.

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