Bologna, protesta dei genitori di nidi e materne: “Negato il tampone gratis”

BOLOGNA – Protestano i genitori di nidi e materne del Comune di Bologna: allo stato attuale delle norme, rischiano di dover pagare i tamponi di fine quarantena dei loro figli, nonostante la scelta della Regione Emilia-Romagna di farsi carico di quei test. È tutto in una lettera aperta spedita dalla rete dei comitati genitori della fascia zero-sei anni. “In assenza delle disposizioni di quarantena, la gratuità del tampone rapido in farmacia decade e le famiglie sono quindi costrette a sostenere un costo che non dovrebbe spettare loro, ma al servizio sanitario regionale”, affermano i comitati genitori. “Questo aspetto prevede che le famiglie che fanno fatica ad affrontare la spesa del tampone antigenico si vedano costrette a ritardare il rientro del proprio figlio al quattordicesimo giorno”.

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Quindi, “chiediamo che il costo del tampone di fine quarantena effettuato presso le farmacie convenzionate, dopo 10 giorni dal contatto, sia effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, e che le farmacie siano messe in condizione di erogare la prestazione gratuitamente, indipendentemente dall’esibizione della lettera di inizio quarantena”.

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Infine, scrivono i genitori, “chiediamo, nei casi in cui i bambini non abbiano ricevuto la disposizione di quarantena e le famiglie abbiano dovuto farsi carico del costo del tampone, che il Sistema sanitario regionale si assuma la responsabilità di tale colpevole omissione indicando le modalità attraverso le quali le famiglie potranno prontamente ottenere il rimborso della spesa ingiustamente sostenuta. Chiediamo anche che, nel caso non arrivino le disposizioni di quarantena, la scuola fornisca già nella lettera di sospensione dell’attività didattica un documento idoneo alla richiesta di congedo parentale Sars Cov-2”.

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