Famiglia, M5s: “Da questo decreto dipende tenuta governo: Lega lo sta sabotando”

Nuovo scontro nel governo gialloverde: questa volta c’è il decreto Famiglia al centro delle polemiche. Tutto inizia da delle dichiarazione di fonti di governo del Movimento 5 Stelle: “lo staff del ministro Fontana”, nel corso del pre consiglio dei ministri, starebbe “sabotando il decreto Famiglia voluto dal vicepremier, Luigi Di Maio, e concordato con il Forum delle Famiglie”. “Siamo sconcertati. La Lega pur di racimolare qualche consenso e fare titolo, colpisce tutte le famiglie italiane”, hanno dichiarato le fonti.

Parole con cui si trova in disaccordo il diretto interessato, il ministro  per la Famiglia e le Disabilità. “Con i miei emendamenti al decreto Crescita ho indicato al governo come dare – in tempi ragionevoli e certi – maggiore sostegno a madri e padri. Altre strade sono decisamente meno efficaci, istituiscono fondi con ‘risorse eventuali’, senza dire come e quando saranno utilizzate e rimandano a tempi lunghissimi. Detto questo, con il massimo spirito costruttivo, siamo a disposizione per dare tutto il nostro apporto affinché le famiglie possano avere, nell’immediato, il maggiore e più efficace sostegno”, ha dichiarato Lorenzo Fontana.

Ma Luigi Di Maio sottolinea la gravità della situazione. “La tenuta del governo dipende per noi da un tema così importante perché se anche su questo non si è d’accordo allora si cerca un pretesto per rompere”, ha dichiarato a Torino per la presentazione dell’area di crisi complessa. “La prossima settimana voglio portare in Cdm il decreto famiglia, che ha già le coperture di 1 miliardo – ha aggiunto il ministro del Lavoro – il decreto è pronto e voglio dirlo chiaramente: possiamo dividerci e pensarla diversamente su tutto, ma non sulla famiglia e sui figli, non sulla crescita demografica che è più importante della crescita economica”. “Io – ha continuato Di Maio – vedo ostruzionismo, non costruzionismo, diciamo così. Io non chiedo altro che i ministeri ma anche il Parlamento aiutino, ma un conto è contribuire al decreto, un altro è rallentarlo”.

Anche sulle coperture di 1 miliardo, però, non c’è piena chiarezza. Dalla ragioneria dello Stato arrivano dei dubbi: il decreto infatti prevede l’utilizzo dei risparmi di spesa del fondo per il reddito di cittadinanza ma, viene fatto notare, “dal punto di vista tecnico-contabile l’utilizzo delle risorse, una volta affluite nell’istituendo fondo, deve avvenire” entro l’anno di competenza o “comporterebbe nuovi e maggiori oneri in termini di fabbisogno e indebitamento netto da compensare sui saldi di finanza pubblica”. Inoltre l’accertamento della minore spesa per il reddito di cittadinanza potrà essere attivato “solo all’approssimarsi della fine dell’anno, considerato che potrebbero pervenire ulteriori richieste da parte dei potenziali benedficiari del reddito di cittadinanza, al momento non prevedibili” visto che le domande sono attive solo da circa due mesi. “Potrebbe delinearsi per l’anno corrente la situazione in cui non sussistano i tempi necessari all’attribuzione delle risorse in parola al Fondo, nonché alle operazioni di impegno e pagamento effettivo delle medesime entro l’anno”. E’ quanto scrive il Ragioniere dello Stato nel Parere sul decreto famiglia presentato da Di Maio. Per la Ragioneria “la tempistica risulterebbe ulteriormente aggravata nel caso in cui le risorse del fondo per il reddito di cittadinanza oggetto di risparmi di spesa siano già state versate da parte del ministero del Lavoro al conto di tesoreria centrale intestato all’Inps e con i medesimi effetti negativi sui conti pubblici in caso di utilizzo dei fondi negli anni successivi a quelli di iscrizione in Bilancio.

Il ministero del Lavoro, però, tranquillizza: “Non esistono problemi di copertura per il fondo previsto dal decreto legge per la famiglia. La norma garantirà la possibilità di accumulare tutte le risorse che non verranno utilizzate dai percettori del reddito. Il meccanismo di accertamento prevederà un controllo trimestrale che consentirà alle risorse eventualmente accumulate di confluire all’interno del fondo”. “Il primo accertamento pertanto – chiarisce la nota del ministero – sarà determinato già prima della conversione del decreto. È necessario chiarire, inoltre, che i primi risparmi sono stati, di fatto, già accertati dall’INPS, dal momento che nei primi due mesi sono già determinate le somme non erogate dai percettori. L’attivazione del fondo consentirà l’erogazione delle somme destinate alla famiglia prima del 2020 direttamente dall’INPS, una volta determinato l’ammontare, in quanto ente titolato all’erogazione materiale dell’assegno alla famiglia”.

E allora, questa volta, è proprio il ministro Fontana ad attaccare: “Leggo dal documento della Ragioneria dello Stato che il decreto che ha presentato Di Maio, e sul quale ha scatenato forti accuse nei miei confronti e nei confronti della Lega, non avrebbe le coperture. Mi spiace notare che da diverso tempo, in particolar modo oggi, il vicepremier Di Maio dica menzogne nei miei riguardi e nei confronti dei miei collaboratori. Gli ricordo che la menzogna è un atto di corruzione morale, indice di una predisposizione alla disonestà. Di Maio non si prenda gioco di temi seri come la famiglia – che ha capito da poco essere composta da una mamma e un papà – e il calo demografico. Argomenti di cui Di Maio ha iniziato a occuparsi una settimana fa e in campagna elettorale”

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