Lega spinge Giorgetti-Bagnai per squadra Ue. Rimpasto entro giugno

Un soldato semplice (ma solo sulla carta), pronto a fare il suo dovere. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si difende così quando gli chiedono se è pronto a trasferirsi a Bruxelles per fare il commissario europeo: “Io faccio quel che serve, non sono quello che comanda”.

A poco più di 24 ore dal cruciale vertice a tre Conte-Salvini-Di Maio, impazza il toto-nomine per le future istituzioni europee. Tramontata la suggestione di vedere Enrico Letta alla guida del Consiglio europeo, l’attenzione passa alla composizione della prossima Commissione europea, su cui fervono le trattative tra le capitali del Continente.

Alla casella ambisce la Lega, e il candidato ideale sarebbe proprio Giorgetti, il ministro Gian Marco Centinaio lo dice chiaro e tondo. Il vicepremier Matteo Salvini, che con Giorgetti era in conferenza stampa, si limita a ripetere per due volte: “Siamo fiduciosi, siamo fiduciosi”, mentre Luigi Di Maio su La7 dice che per il momento lo stesso Giorgetti non ha detto ancora nulla. L’eventuale trasferimento del sottosegretario a Bruxelles lascerebbe vuota una casella cruciale nel Governo, e non è chiaro chi lo potrebbe sostituire.

Nel rimpasto, poi, il Carroccio pretende anche il ministero agli Affari europei che era stato affidato a Paolo Savona, trasferitosi alla Consob. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le voci secondo cui il candidato leghista sarebbe Alberto Bagnai, presidente della Commissione Finanze al Senato, noto per le sue posizioni anti-Euro. Il capo pentastellato, a esplicita domanda, dice di avere stima per il professor Bagnai, e di non aver nessun pregiudizio nei suoi confronti.

Salvini si limita a dire che “non sono stati avanzati nomi, su commissari, ministri e sottosegretari: è stato fatto Fantacalcio, e io non lo commento”. L’unica certezza, aggiunge il vicepremier, “è che a breve si vada a riempire la casellina del ministro delle Politiche Ue, visto che si sta per formare la nuova Commissione europea”. Il nome arriverà alla fine di un percorso che verrà fatto “con il presidente Conte e con Luigi Di Maio”, e che potrebbe concludersi entro giugno, almeno negli auspici del Carroccio.

Giuseppe Conte, da parte sua, rivendica il suo ruolo di presidente del Consiglio. Di fronte alle insistenti domande dei giornalisti che gli chiedevano se Conte avesse avuto “mandato”, o “delega” per trattare con Bruxelles, il giurista ha reagito un po’ stizzito. “Se il presidente del Consiglio non avesse mandato, non avesse delega, allora non partirebbe nemmeno”, dice, sottolineando che questa considerazione è al livello di una semplice lezione di diritto costituzionale, e ribadendo: “Nel giorno in cui dovessi sentire di non avere pienezza dei poteri, ne trarrei immediatamente le conseguenze”.

Salvini, d’altra parte, spiega a ‘Porta a Porta’ di non aver mai messo in discussione il ruolo del presidente del Consiglio. “Io ho il braccialetto del Milan, di Fatima e di Salvini premier… ma la prossima volta, non ho fretta – scherza nel salotto di Bruno Vespa -. Faccio il ministro dell’Interno, e sono soddisfatto di quello che faccio, ma chiediamo tutti che il governo vada in Europa da pari a pari”. Sulla stessa linea anche l’altro vicepremier, Di Maio: “E’ ovvio che ha mandato pieno, sennò che presidente del Consiglio è?”, dice. “Noi siamo un’orchestra – continua -, soniamo bene se restiamo sincronizzati”.
 

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