Governo nuovamente diviso sulle questioni Rai e Radio Radicale. Per quanto riguarda la tv di Stato, nonostante sembrasse solido il fronte Lega e Movimento 5 stelle sul doppio ruolo del presidente di viale Mazzini Marcello Foa, la commissione Vigilanza convocata giovedì mattina alle 8 è saltata, con “i 5Stelle a litigare fuori dalla porta, la Lega attonita e in fuga dalla commissione facendo mancare il numero legale”, denunciano da Forza Italia. E il Pd chiede l’intervento dei presidenti delle Camere Elisabetta Casellati e Roberto Fico.
Dura la reazione del presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, che in una nota attacca: “L’impossibilità di svolgere la seduta odierna certifica lo scontro all’interno della maggioranza, che provoca la paralisi dei lavori della Commissione di Vigilanza. Una stigmatizzabile mancanza di rispetto per il ruolo istituzionale della Commissione medesima che non intendo ulteriormente tollerare. Da oltre un mese la Commissione è impegnata nell’esame delle risoluzioni, proposte dai gruppi del Pd e del M5S, relative alla nomina del presidente della Rai, Marcello Foa, alla presidenza della controllata Rai Com. Tali risoluzioni avrebbero dovuto essere votate stamattina, ma ciò non è stato possibile a causa dell’assenza delle forze di governo, che, ancora una volta, non sono state in grado di giungere a una determinazione condivisa in merito”.
“La Commissione – aggiunge – ha in calendario una serie di importanti audizioni finalizzate all’espressione di un parere sul Piano industriale della Rai, che intendo fermamente proseguire e portare a termine. È mia intenzione tutelare con forza il ruolo e l’autonomia della Commissione che ho l’onore di presiedere e, anche a tal fine, invierò nelle prossime ore una lettera ai Presidenti di Camera e Senato per informarli della gravità della situazione”.
Radio Radicale – Nel frattempo nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera è passato un emendamento del Pd al decreto Crescita. Il testo, firmato dai deputati Sensi e Giachetti e riformulato dal Carroccio, prevede di finanziare Radio Radicale con altri 3 milioni per quest’anno. La deputata del Pd Silvia Fregolent, capogruppo in commissione Finanze, ha spiegato: “La Lega vota con le opposizioni per salvare la radio, mentre i 5 stelle votano contro seguendo le indicazioni di parere contrario del viceministro Laura Castelli“.
L’emendamento introduce nel decreto Crescita l’art. 30bis che, al secondo comma, recita: “La presidenza del Consiglio dei ministri corrisponde alle imprese citate (che abbiamo cioé svolto attività di informazione di interesse generale ndr) un ulteriore contributo di 3mln per l’anno 2019”. I soldi verranno presi dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
Una presa di posizione che non è piaciuta al vicepremier pentastellato Luigi Di Maio: “Siamo arrivati al paradosso secondo cui, dopo aver stanziato nuovamente per il 2019 ben 9 milioni di euro (già questo per noi è assurdo), oggi il Pd ne ha persino chiesti altri 3 (4 milioni anche per il 2020). E tutti i partiti, compresa la Lega, gli hanno detto di sì, hanno votato per regalare altri soldi delle vostre tasse a una radio privata. Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd!”.
A sostegno della proroga della convenzione di Radio Radicale, mercoledì è stata consegnata alla presidenza del Consiglio anche la petizione di Change.org sottoscritta da oltre 170mila cittadini.