I pensionati italiani fuggono in Bulgaria

Il nuovo eldorado dei pensionati italiani è la Bulgaria. Se l’assegno è parco e risulta difficile arrivare a fine mese ecco trovato (forse) l’antidoto.
Si sta sviluppando un nuovo trend: salire sull’auto o sul treno, direzione Sofia o, preferibilmente, altre aree decentrate e quindi ancora più economiche.
C’è anche chi sta cavalcando questo vento bulgaro dopo avere personalmente sperimentato tale opportunità ed essersi sistemato qui. E un proliferare di siti web, blog, forum sui social. Giuseppe Daquanno, per esempio, ha creato, insieme ad altri, la pagina Facebook Pensionati uniti all’estero e il sito web www.voglioviverecosi.com, su cui è scritto, esplicitamente: «Siete pensionati in cerca di un posto nel mondo con un’alta qualità di vita e dai costi inferiori? La Bulgaria potrebbe fare al caso vostro. Forse non tutti sanno che qui la vita costa solo un terzo rispetto all’Italia e che l’economia del paese è in costante crescita nonostante sia ancora lontana da quelli che sono i parametri del resto d’Europa». Daquanno ha deciso di aiutare i suoi colleghi pensionati borderline economici e li accoglie in Bulgaria. Assicura di ricevere migliaia di richieste d’informazione e già in molti, grazie a lui, hanno attraversato il confine tanto che quella italiana è diventata la comunità straniera più numerosa del paese presieduto da Rumen Radev. Vive in Bulgaria da 12 anni e ha sposato una donna locale. Spiega: «Le autorità bulgare concedono ai cittadini comunitari che intendono risiedere qui inizialmente un permesso di lungo soggiorno che vale 5 anni e successivamente il permesso di residenza. Occorre semplicemente presentarsi muniti di passaporto o carta d’identità, tessera sanitaria, documentazione circa l’esistenza di un conto bancario o, in alternativa, una carta di credito. La modulistica è in bulgaro e in inglese e non presenta difficoltà. Bisogna pagare una tassa di 15 euro. Il permesso di lungo soggiorno è rilasciato dopo circa una settimana. Quindi è tutto molto semplice. Se poi c’è bisogno di aiuto provvediamo a fornire un interprete con una spesa di 50 euro al giorno». Per chi è allettato dall’idea del trasferimento vengono organizzati viaggi studio di una o due settimane, durante il quale gli interessati potranno verificare come si vive da queste parti. Uno di quelli che alla fine ha detto sì e ne è entusiasta (tanto da avere dato vita a un blog: italiabulgariasoloandata) è Antonio Tutino, che racconta: «La scelta è stata per motivi economici. Avevo una pensione di 830 euro, come avrei potuto vivere in una città come Roma partendo da un affitto mensile di 650 euro? Sono approdato con la mia compagna a Pa2ardjik, una cittadina di circa 80 mila abitanti, più che tranquilla. Qui la pensione basta per fare una vita dignitosa, i bulgari sono cordiali e ci ammirano e stimano, la mia esperienza del sistema sanitario è stata più che buona, ho avuto bisogno di un intervento per un tumore alla vescica e sono stato curato in maniera ottimale senza spendere un soldo». Riceve la pensione in Bulgaria? «Sì, ho compilato un modulo per l’Inps e mi arriva puntualmente». Nostalgia di casa? «Ovvio che sì ma in Italia con questa pensione non riuscirei a vivere. Comunque Roma è a un’ora e mezzo di volo e col computer le distanze oggi non sono più un problema». A Varna (definita la perla del mar Nero) Claudio Antonio Chissi, 65 anni, che qui vive dal 2011, ha creato la Fondazione per gli italiani e gli amici dell’Italia in Bulgaria che ha pure un braccio operativo, una società di consulenza (con sei impiegati oltre alla moglie bulgara, Jasmina) per seguire i connazionali nelle procedure e nei servizi. Dice: «Ricevo ogni giorno decine di mail di italiani che mi chiedono come si fa a espatriare e se si vive bene o no i
n Bulgaria. Solo in questo distretto sono già 200 gli italiani residenti. Aiutiamo a risolvere anche i problemi spiccioli, dalla ricerca di un veterinario alle modalità per accedere al servizio sanitario. Oppure trovare un appartamento in affitto, in media il prezzo di una locazione si aggira attorno a 150 euro al mese. Sì, la vita costa molto poco, l’assicurazione per l’auto costa dai 90 ai 150 euro l’anno, la benzina si paga circa un euro al litro». Un altro espatriato che calamità pensionati è Franco Luigi Tenca, ex camionista di Lecco, che anima sul web il forum Bulgaria come si vive da pensionati. Dice: «La pensione non arriva a un migliaio di euro, insufficiente per vivere dignitosamente. Mi sono trasferito a Sofia, dove ricevo la pensione intera lorda senza trattenute, quindi superiore a quella che percepivo in Italia. Inoltre, in quanto pensionato, per la legge bulgara non sono soggetto ad alcuna trattenuta sulla pensione italiana. Quindi ho un doppio beneficio, le tasse che pagavo in Italia finiscono nelle mie tasche, inoltre qui il costo della vita è molto inferiore all’Italia. Pensi che l’altro giorno ho passato una settimana alle terme: colazione, pranzo e cena, piscina, sauna, acque termali, massaggi, tutto compreso a 150 euro al giorno per due». Tra coloro che si sono fatti convincere e hanno partecipato a questo singolare flusso migratorio è Emilio Magnani, 60 anni, di Reggio Emilia, ex magazziniere in un’azienda di cucine componibili, che s’è insediato in una città di mare, Bugas. «Sono partito con mia moglie che è polacca», dice, «dopo un primo momento di titubanza ora anche a lei piace vivere qui. Sono pensionato, non lavoro, sono al mare tutto l’anno, spendo molto meno, la qualità della mia vita è aumentata notevolmente. Quindi sono soddisfatto della scelta che ho fatto e devo ringraziare la Bulgaria. Con 500 euro si vive dignitosamente, se poi marito e moglie guadagnano 1.000 euro la qualità della vita aumenta notevolmente, l’unico problema è la lingua, ma con un po’ di pazienza si può arrivare a comprenderla».

Carlo Valentini
Fonte ItaliaOggi

 

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