La posizione di Nunzia Catalfo.
“Nel nostro Paese ci sono contratti collettivi siglati con minimi salariali nettamente al di sotto della soglia di povertà. Da tempo stiamo proponendo di individuare i contratti nazionali di riferimento per ciascun settore produttivo con i relativi minimi salariali come unico percorso praticabile eliminando il dumping contrattuale e la concorrenza sleale tra imprese e l’utilizzo dei contratti pirata che impoveriscono le tasche delle famiglie italiane. Bisogna intervenire inserendo una soglia di dignità, frutto di una retribuzione proporzionata e sufficiente a garantire una vita dignitosa a tutti i lavoratori.
Sul piano della qualità del lavoro abbiamo elaborato il rafforzamento del fondo ‘nuove competenze’, da me istituito, e al piano nazionale da noi proposto che prevede anche la possibilità per le Regioni di stipulare accordi con gli enti di formazione e l’istituzione di poli formativi nell’ottica di rilevare le esigenze del mercato rendendo coerenti i percorsi di formazione con le esigenze delle imprese colmando il miss match che in alcuni settori esiste ancora”.