Zingaretti: “Non bisogna abusare dei referendum”. Fratoianni: “Hanno perso Salvini, Renzi e Berlusconi”

ROMA – “Io sono andato a votare perché in democrazia si vota sempre. Mi ha colpito molto che chi il referendum lo ha promosso, poi quando è passato non ha fatto campagna elettorale per difenderlo e sostenerlo”. Questo il commento sul flop del referendum sulla giustizia – affluenza del 20,9% – del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenuto a margine della presentazione del ‘Patto per le nuove competenze’, oggi a Roma, nella sede di San Pietro in vincoli dell’università Sapienza di Roma.

“La novità è la quasi inesistente campagna di mobilitazione – aggiunge Zingaretti -, quindi i cittadini hanno avuto un messaggio contraddittorio. Sia lezione per il futuro: non bisogna abusare dei referendum, ma la risposta è che il Parlamento deve legiferare con più chiarezza e più velocità. Perché è vero che il referendum è una patologia ma è una patologia in una democrazia parlamentare in cui si lasciano marcire troppi temi per troppo tempo. Quindi eliminiamo le due patologie: l’utilizzo forzato dei referendum e una biblica attesa su troppi temi di buone leggi”, conclude il presidente della Regione Lazio.

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MALPEZZI (PD): “REFERENDUM USATI IN MODO PROPAGANDISTICO DAL CENTRODESTRA”

“Il centrodestra e, soprattutto, Salvini hanno sbagliato ad usare in modo propagandistico lo strumento referendario. E infatti il centrodestra non è stato seguito neppure dal suo elettorato che ha disertato le urne”. Lo dichiara la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi, ad Agorà Estate su Rai 3. “I cittadini non hanno compreso quesiti estremamente tecnici e complessi – aggiunge la senatrice dem – questa è una materia parlamentare su cui il Parlamento ha già lavorato con le riforme Cartabia che sono state approvate e su cui lavorerà questa settimana perché arriva in aula la riforma del Csm”.

Malpezzi ricorda: “Sui quesiti relativi alla legge Severino e alla custodia cautelare abbiamo presentato due disegni di legge. Sono temi oggettivamente importanti che mostrano delle criticità, lo ha riconosciuto la stessa professoressa Severino. Mi auguro che le forze politiche vogliano affrontare questi temi in Parlamento; il Pd c’è ed è pronto a lavorare. Mi auguro che anche gli altri abbiano la stessa volontà. Materiale su cui lavorare la politica a ce l’ha”.

E a proposito dei possibili effetti sull’esecutivo, la presidente dei senatori del Pd spiega: “Mi auguro che nessuna forza di maggioranza voglia mettere a rischio la tenuta del Governo. Dobbiamo approvare riforme importanti a partire da quella del Csm che arriva in Senato questa settimana. Stiamo tutti insieme perché abbiamo detto sì alla richiesta del presidente della Repubblica di fronte a un’emergenza che ci ha consentito di ottenere i fondi del Next Generetion Eu che si sono tradotti nel Pnrr. Abbiamo delle scadenze importanti che vanno assolutamente rispettate – rimarca Malpezzi -. Per questo il Pd responsabilmente è sempre in prima linea nella difesa dell’azione del Governo. C’è un tema di tenuta complessiva del sistema e per noi del Pd gli interessi del Paese vengono al primo posto”.

FRATOIANNI: “SCONFITTI SALVINI, RENZI E BERLUSCONI”

“Sono convinto che se all’appuntamento referendario gli italiani fossero stati chiamati a dire la loro su un fine vita dignitoso o sulla legalizzazione della cannabis, il quorum sarebbe stato alla portata. Invece si è voluto usare, da parte di Salvini, Renzi e Berlusconi, il referendum per una vendetta contro la magistratura. E alla fine sono stati sonoramente sconfitti.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

“Poi certo, c’è un problema di riforma dello strumento referendario che occorrerà affrontare – prosegue il leader di SI -, ma bisogna fare i conti anche con la delusione e la distanza dei cittadini dalla politica. Delusione ancora più accentuata se pensiamo che è proprio questa maggioranza che sta dando un colpo all’esito di quel referendum – conclude Fratoianni – in cui gli italiani difesero l’acqua come bene comune”.

D’INCÀ: “COMBATTERE ASTENSIONISMO, AUMENTARE PARTECIPAZIONE”

“Da anni l’astensionismo rappresenta per la nostra sfera pubblica il sintomo di un malessere ancora più grande: l’allontanamento dalla politica di intere generazioni di cittadini e l’inevitabile indebolimento del nostro sistema democratico. Tutti dobbiamo mettere in campo delle misure che ci permettano di aumentare la partecipazione al voto”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, Federico D’Incà.

“Il mio appello – aggiunge l’esponente dell’esecutivo – è rivolto in particolare ai giovani, rappresentanti del nostro futuro. È importante trovare delle soluzioni per sconfiggere questo fenomeno e le possibili soluzioni elaborate all’interno del libro bianco, spero possano essere d’aiuto per avvicinare le persone al voto. Il nostro compito è proteggere la democrazia. Ma la mia speranza è che questo argomento scuota la coscienza di ognuno di noi”.

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