Marquez vicepresidente della Colombia: “Saremo potenza della vita”

ROMA – Una “potenza mondiale della vita”. È il futuro immaginato per la Colombia dalla sua nuova vicepresidente, l’avvocatessa ambientalista e femminista Francia Marquez, eletta ieri col 50,5 per cento dei voti in coppia col presidente Gustavo Petro al ballotaggio delle presidenziali.

Lo slogan, che campeggia sui social della politica afrocolombiana nativa del dipartimento meridionale del Cauca, fra quelli storicamente più segnati dalla violenza delle milizie e dei paramilitari, è in linea con il motto che ha accompagnato la sua campagna elettorale: “vivir sabroso”, letteralmente “vivere con gusto”. Lo slogan, contestato per la sua presunta “vaghezza” da molti detrattori della coppia candidata alla presidenza, ha molto in comune col “buen vivir” informato dai principi ecologisti e sistemici dei popoli originari che almeno a partire dal 2008 si è affacciato con forza nello scenario politico sudamericano, come evidenziato da diversi analisti nelle ultime settimane.

Nella Movistar Arena della capitale Bogotà dove Petro e Marquez hanno celebrato la vittoria, ottenuta con tre punti percentuali di scarto sul rivale Rodolfo Hernandez, magnate leader della Liga de Gobernantes Anticorrupción che ha già accettato l’esito delle urne, la vicepresidente eletta ha dedicato la vittoria a “tutti gli uomini e le donne colombiani che hanno dato la vita per questo momento. Tutti i nostri fratelli e sorelle, leader sociali, che sono stati tristemente assassinati in questo Paese. Ai giovani assassinati e scomparsi, alle donne violentate e scomparse”. Da gennaio al 13 giugno 2022, stando ai dati della ong Indepaz, i leader comunitari uccisi in Colombia sono stati 88. È l’onda lunga del conflitto civile che ha colpito la Colombia per oltre 50 anni e a cui ancora non hanno messo fine gli accordi di pace siglati nel novembre 2016 fra lo Stato e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc).

“Pace è che uno come me possa essere presidente e una come Francia Marquez possa essere vicepresidente”, ha detto a proposito di questo Petro, senatore, ex sindaco di Bogotà ed ex esponente non combattente della milizia di estrema sinistra M19, fra le protagoniste del conflitto, poi sciolta e convertita in partito politico.

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La vittoria dei due candidati progressisti, rappresentanti della coalizione Pacto Historico, è stata accolta con soddisfazione da molti leader sudamericani. Il candidato alla presidenza alle elezioni brasiliani di agosto Luiz Inacio Lula da Silva, già capo dello Stato, si è congratutato con Petro, affermando che “la sua vittoria rafforza la democrazia e le forze progressiste in America Latina”.L’ex primo cittadino di Bogotà ha ricevuto anche una telefonata del capo di Stato cileno Gabriel Boric, che ha affermato: “Gioia per l’America Latina! Lavoreremo insieme per l’unità del nostro continente nelle sfide di un mondo in rapido cambiamento. Andiamo avanti”.

Congratulazioni arrivano anche da Washigton, che nel presidente in carica Ivan Duque, di orientamento opposto al suo successore, aveva un alleato di ferro nella regione sudamericana, stando a diversi analisti concordanti. “Non vediamo l’ora di continuare la nostra forte collaborazione con il presidente eletto Petro per costruire un emisfero più democratico ed equo”, ha scritto su Twitter il Segretario di Stato Antony Blinken.
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