Le Casse previdenziali dei professionisti in campo per facilitare l’accesso al credito dei propri iscritti. A “garantire” le richieste di prestiti da parte dei lavoratori autonomi non sarà più soltanto il Fondo di garanzia delle Pmi, gestito dal Mediocredito centrale. Anche gli enti privati interverranno a sostegno, coprendo una percentuale del finanziamento. Con il risultato che per il singolo professionista, oggi privo di un rating positivo, sarà più facile e meno costoso l’accesso al credito. La prima a stanziare risorse è la Cassa forense, che ha deliberato un investimento di 2,7 milioni. «Gli avvocati sono i primi professionisti ad aver compreso l’importanza di questa misura – ha commentato Nunzio Luciano, presidente di Cassa forense – una volta messa in sicurezza la sostenibilità previdenziale ora è tempo di occuparci della crescita dei nostri iscritti anche attraverso un più agevole accesso al credito». La mossa di Cassa forense potrà essere seguita dagli altri soggetti associati ad Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati che rappresenta in totale oltre 1,6 milioni di iscritti. Ieri l’Adepp ha firmato l’accordo cornice con la Cassa depositi e prestiti (Cdp). Quest’ultima aprirà una sezione del Fondo di garanzia Pmi riservata proprio ai professionisti. «Potremo così contribuire concretamente al sostegno dell’attività professionale nel nostro Paese» ha spiegato l’ad di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo. Finora l’apertura del Fondo di garanzia anche agli autonomi, varata nel 2013, non ha dato frutti: pochissime le richieste da parte dei professionisti. Soprattutto a confronto delle oltre 129mila operazioni garantite nel solo 2018 dal Fondo, che hanno generato un volume di oltre 19,3miliardi di finanziamenti. «Abbiamo stimato un potenziale di 800-900 milioni di prestiti attivabili per i professionisti», aggiunge Luciano. A cambiare è il meccanismo delle garanzie: oggi il Fondo può coprire dal 30 all’80% degli importi richiesti. Mentre le banche per assegnare il prestito a tassi agevolati (si stima inferiori mediamente del 25% a quelli di mercato) richiedono sempre l’80% di copertura. Le Casse concorreranno a coprire la percentuale mancante. Nessun limite agli importi richiedibili, ma il finanziamento deve essere finalizzato all’attività professionale: ad esempio acquisto o ristrutturazione dello studio, acquisto di altri beni strumentali ma anche la semplice anticipazione di fatture o la concessione di liquidità. Oltre alle future adesioni di altre Casse, si attende anche una campagna di comunicazione delle nuove possibilità verso gli istituti bancari convenzionati con il Fondo. Di fatto, il sistema sarà disponibile per i professionisti dal prossimo autunno.
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