Centrosinistra, Landini c’è: l’1 luglio con Letta, Conte, Calenda, Speranza, Bersani, Renzi, Di Maio, Fratoianni…

ROMA – Parlerò della guerra in Ucraina e dell’incredibile dichiarazione del ministro degli Esteri russo. Ma oggi è arrivato un segnale importante, riguardo alla politica italiana, su ciò che accadrà alle prossime elezioni politiche, ormai vicine. Si comincia sempre con il primo passo. E quello di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, il più forte sindacato italiano, è un passo importante. Prima un giro di telefonate a tutti i leader del centrosinistra per chiedere la disponibilità al confronto e, adesso che è arrivata, c’è data e luogo: venerdì 1 luglio all’Acquario di Roma alle 10.

Con lui ci saranno Enrico Letta, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Matteo Renzi, Roberto Speranza, Pierluigi Bersani, Nicola Fratoianni, Luigi Di Maio e altri esponenti del campo progressista. Singolare ma proprio per questo emblematica la scelta del posto. Vero che nel marasma politico quotidiano, dove ogni ora spunta e muore un nuovo movimento politico, dove sigle e personalità si sovrappongono, ecco il luogo ideale: perché nell’Acquario di Roma si possono osservare 5.000 creature marine, appartenenti a oltre 100 specie acquatiche, che nuotano in 30 vasche tematizzate riempite con un milione di litri di acqua. La novità assoluta in Italia, così è stato presentato, è quella che prevede che si possono ammirare nel loro habitat attraverso un tunnel subacqueo con visuale a 360 gradi. Per chi in questi anni si è smarrito nelle tante ‘vasche’ del centrosinistra è l’occasione giusta per ritrovarsi in mezzo a tutte le varianti.

A condurre le danze Lucia Annunziata e Nunzia Penelope: toccherà a loro stuzzicare, incalzare e dare sostanza ad un confronto che rischia di volare troppo alto quando invece bisogna stare coi piedi in terra. Perché siamo già in campagna elettorale e man mano che ci avvicineremo a fine anno ci sarà più battaglia che voglia di ascoltare. Landini da sempre insiste e insisterà sul tema per lui centrale: riavvicinare la rappresentanza sociale e quella politica. Con il sindacato come laboratorio di nuove pratiche di confronto politico.

Al di là di chi scommette che potrebbe essere proprio Landini quel ‘Papa Rosso’ capace di trovare un idem sentire per rimettere insieme i tanti cocci a sinistra, potrebbe essere anche la svolta per tirare fuori dalle secche il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che per forza di cose, guardando anche agli ultimi sondaggi di quel che pensano attivisti ed elettori, in quell’area dovrà collocarsi. Guardando al centro moderato, infatti, in quell’area c’è già un pullulare di leader e sigle, ultimo arrivato Luigi Di Maio con ‘Insieme per il futuro’ che, salvo Azione di Calenda, stanno sotto quota 3%, tagliola per quanti non riusciranno ad apparentarsi con qualche grande. Non solo, la proposta di Landini, a quanto si è capito, guarderà anche oltre la platea di chi, sempre di meno, va a votare. Massima attenzione quindi al popolo degli astenuti, in questi anni cresciuto soprattutto a sinistra, e che dopo le mille scissioni dei ‘grillini’ rischia di ingrossarsi ancora di più.

Sulla tragedia della guerra in Ucraina, ancora una volta Sergej Lavrov, ministro degli Esteri Russo, oggi ha attaccato i Paesi europei ricorrendo alla narrazione storica scritta e imposta ai russi dalla cricca di Putin. Stando alla propaganda putiniana l’Unione europea e la Nato stanno mettendo insieme una coalizione per fare “una guerra alla Russia… anche Adolf Hitler allo scoppio della Seconda guerra mondiale riunì un numero significativo di Paesi europei sotto le sue insegne per una guerra contro l’Unione Sovietica”.

Vero che il regime di Putin, senza vergogna, a partire dalle elementari sta inculcando i suoi manuali di storia riscritti a uso e consumo della cricca che sogna la grande Madre Russia. Ma la Storia, quella vera, che ha segnato la memoria dei popoli, racconta una verità che agli sgherri come Lavrov evidentemente fa male: il 23 agosto del 1939, 83 anni fa, a Mosca il ministro della Germania nazista Von Ribbentrop firmò insieme al suo collega sovietico Molotov, sotto la supervisione di Stalin, il mito che Putin sogna ancora, un Patto tra le due potenze, in larga parte segreto, che permise a Hitler e a Stalin di spartirsi la Polonia. Da ricordare che Molotov fu messo da Stalin al posto del ministro Litvinov, di origine ebraica, che invece spingeva a intese con le potenze democratiche in funzione antinazista.

Questa è Storia, quella vera e non quella riscritta da Lavrov per i gonzi che lo stanno a sentire. E come allora, il suo regime segue la logica nazista dell’invasione, che calpesta la libertà e l’autodeterminazione degli Stati che non vogliono sottostare alla dittatura russa. Per questo bisogna stare con l’Ucraina, perché se lì non si riuscirà a fermare il delirio di onnipotenza di Putin presto si sentirà libero di prendersi altri territori, di schiavizzare altre popolazioni.

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