Malattie Infettive, presentato il nuovo progetto di formazione del medico di medicina generale

ROMA – Attribuire al Medico di Medicina Generale un ruolo determinante nella gestione delle malattie infettive, a partire dal Covid-19 per arrivare ad HIV ed Epatiti. Questa è una delle esigenze emerse con la pandemia: gli effetti, infatti, non sono stati solo sulle malattie croniche, sicuramente penalizzate per la riduzione di controlli e diagnosi. Anche alcune malattie infettive, oggi cronicizzabili o curabili, sono state trascurate, mentre è proprio il medico di famiglia che su questo può giocare un ruolo determinante. Da qui parte un nuovo progetto di formazione e informazione.

LE PATOLOGIE ACUTE

Così si legge in una nota. “Stiamo iniziando a disegnare un percorso per le nuove generazioni di medici- sottolinea Claudio Cricelli, Presidente Simg- Questo processo riguarda soprattutto le cosiddette patologie acute, talvolta sottovalutate dalla medicina generale. Come emerso con il Covid, queste oggi rappresentano delle emergenze, fanno parte della vita quotidiana e i pazienti arrivano dallo specialista quando le opportunità di risoluzione sono già andate sprecate. Dobbiamo pertanto disegnare un nuovo modello di formazione, basato su una maggiore consapevolezza, strumenti concreti, capacità di intervento per una diagnosi precoce e un’immediata applicazione della terapia del caso”.

Il progetto ‘We stand with public health: a call to action for infectious disease. Salute pubblica: presente e futuro’, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – Simg e della Società Italiana di malattie infettive e Tropicali – Simit, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, è stato presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati su iniziativa dell’On. Mara Lapia, Membro XII Commissione Affari Sociali Camera Deputati. L’introduzione è stata di Claudio Cricelli, Presidente Simg, e di Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit.

A presentare il progetto Alessandro Rossi, Coordinatore del Progetto e Responsabile area Malattie Infettive Simg. Sono intervenuti Ignazio Grattagliano, Coordinatore attività Covid-19 Simg con ‘Nuovi modelli organizzativi per la gestione dei pazienti Covid-19’; Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, con ‘Hiv come malattia cronica: gestione integrata della salute a lungo termine’; Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale Istituto Superiore di Sanità Hcv, con ‘L’allargamento dei programmi di screening’; Marco Borderi, Dirigente medico dell’Unità di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna, con ‘L’integrazione dei servizi per una gestione efficace dell’Hdv’. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta.

IL PROGETTO SIMG PER UNA NUOVA GESTIONE DEI VIRUS

Il progetto Simg si articolerà nel corso del prossimo inverno 2022-2023 attraverso un ciclo di quattro webinar incentrati su altrettante Malattie Infettive: il Covid-19, l’Hiv, l’Epatite C, l’Epatite Delta. Una scelta dettata dalla funzione che il medico di famiglia può svolgere.

Per quanto riguarda il Covid, oltre a mantenere un ruolo di rilievo nelle vaccinazioni, il Mmg dovrà lavorare sull’intercettazione di eventuali complicanze, suggerendo e prescrivendo con rapidità ai pazienti più fragili le terapie con gli antivirali diretti o con gli anticorpi monoclonali, soluzioni che hanno mantenuto validità nonostante l’evoluzione delle varianti.

Per l’Hiv è possibile cronicizzare il virus, un concetto sintetizzato nell’evidenza scientifica U=U, Undetectable=Untransmittable, Non rilevabile=Non trasmissibile: l’Hiv non viene trasmesso con la corretta assunzione di un’efficace terapia antiretrovirale, che rende la viremia non più rilevabile nel sangue.

Il virus dell’Epatite C, invece, grazie alle nuove terapie, si può eradicare definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali.

Per l’Epatite Delta, la più severa tra le diverse epatiti, la nuova molecola bulevirtide rappresenta un progresso rivoluzionario perché permette di trattare pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia. Il problema per Hiv, Hcv, HDV è dato dalle diagnosi tardive, che spesso giungono quando il paziente è già in Aids (nel caso dell’Hiv) o avviato verso una seria cirrosi o epatocarcinoma nelle epatiti. Il sommerso dunque è notevole e gli screening attualmente non sono sufficienti.

IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE

“Il ruolo del Mmg su queste quattro malattie infettive deve diventare proattivo- sottolinea Alessandro Rossi- Deve essere attento osservatore dei profili di rischio dei propri pazienti che conosce molto bene e stabilire interventi di screening e, laddove necessario, proporre delle vaccinazioni nei soggetti fragili. Naturalmente occorre rivoluzionare le cure territoriali con nuovi strumenti informativi, informatici, di personale, di rete, per alleviare il peso degli ospedali e permettere al Mmg di gestire al meglio i pazienti a rischio.

I quattro webinar saranno caratterizzati dal contributo di diversi stakeholder: da una parte ci sarà il mondo scientifico, rappresentato da Simg e Simit, oltre che dalle autorità sanitarie; dall’altra, vi sarà una forte interazione con le istituzioni, in particolare regionali, il cui impegno è essenziale per implementare efficienti programmi di screening e di linkage-to-care. Sulla scia di queste iniziative, la Simg metterà a disposizione dei medici degli strumenti che verranno integrati nella cartella del Mmg, il quale potrà consultare linee guida recenti, leggi aggiornate, analisi scientifiche, l’osservatorio scientifico Health Search. Per la Medicina Generale sarà un processo di formazione e integrazione”.

UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE

“La pandemia ha sconvolto tutto il mondo e ha messo in difficoltà la sanità pubblica non solo per i ricoveri, ma soprattutto nell’assistenza nelle malattie croniche- prosegue il Prof. Massimo Andreoni- Tra le patologie croniche figurano anche le malattie infettive che hanno questa connotazione. Abbiamo avuto grande difficoltà nelle attività assistenziali e di screening per questo tipo di malattie. Questo suggerisce un passaggio da una sanità pubblica prevalentemente ospedalo-centrica a una rete tra ospedale e territorio, in modo tale che ciò che quest’ultimo possa farsi carica di alcune attività e l’ospedale concentrarsi sui malati acuti. Questa diversa organizzazione potrà favorire una continuità terapeutica e la diagnosi di eventuali nuove patologie”.

“Una maggiore interazione tra Medici di Medicina Generale e specialisti infettivologi è fondamentale- evidenzia l’On. Mara Lapia- La Sanità del futuro risiede in una medicina del territorio più radicata, con una formazione approfondita e in grado di intervenire rapidamente con screening e diagnosi, che, se giunge in tempo, per alcune malattie può essere determinante non solo per sopravvivere, ma anche per garantire un buon livello nella qualità di vita. Terapie, trattamenti, follow up e controlli possono diventare risolutori soprattutto in pazienti fragili come quelli oncologici, su cui il linkage-to-care per una malattia infettiva può essere ancora più rilevante”.

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