ROMA – Draghi getta la spugna. Parole dure quelle che il premier ha pronunciato in Consiglio dei ministri, che non lasciano spazio ad equivoci: “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica” ha detto. Le votazioni di oggi in Parlamento, ha proseguito Draghi, “sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”, ha sottolineato.
Proprio questo passaggio sembra non lasciar spazio ad alcun ripensamento. “In questi giorni – ha detto ancora Draghi in Consiglio dei ministri – da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche… come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento, questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento – ha spiegato Draghi ai ministri – ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli italiani”, ha concluso il premier dimissionario.
Ora la parola passa al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dopo aver preso atto delle dimissioni avvierà le cosiddette consultazioni con le forze politiche. Dopo aver ascoltato i leader politici, il presidente della Repubblica deciderà se rinviare il premier dimissionario di nuovo in Parlamento o indicare un nome nuovo. Valutate le parole usate stasera dal premier uscente, sembra quasi impossibile che Draghi possa ritornare sui suoi passi. Più facile che si arrivi ad un nuovo Governo per arrivare a fine legislatura, ma in molti cominciano a ritenere probabili le elezioni anticipate già il prossimo 9 ottobre.
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