Professioni per l’agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile Esg (Environmental, Social and Governance) pone con forza il tema dell’impatto ambientale, sociale e di governance delle attività poste in essere dagli uomini. Perché i bilanci non sono fatti solo di numeri ma anche dei costi sociali che ne derivano. Questi i temi affrontati nel corso del webinar “Esg e investitori istituzionali. Attori del cambiamento o green washing?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Umberto Buratti (deputato del Partito Democratico nelle Commissioni Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati), Silvia Covolo (parlamentare della Lega in Commissione Finanze a Montecitorio), Luca Pastorino (Leu), segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera, e Stefania Ascari (deputata del M5s in Commissione Giustizia della Camera). Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo): “Noi commercialisti viviamo di scadenze e molto probabilmente quelle previste dall’Agenda 2030 per il raggiungimento di ben 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, che riguardano temi fondamentali come la povertà, i diritti umani, la crescita economica duratura e inclusiva, garantire modelli sostenibili di crescita e consumo, la riduzione delle diseguaglianze, l’accesso a sistemi economici e energetici affidabili, hanno una straordinaria valenza per tutti. Questi argomenti previsti dall’Agenda, che toccano il tema degli investimenti etici e riguardano la transizione energetica, ambientale e digitale, sono stati rafforzati ulteriormente dall’aspetto sociale che ha fatto irruzione dopo due anni di pandemia e una guerra alle porte dell’Europa. Rafforzando le attenzioni su ognuno di questi punti. Trovo assolutamente interessanti i dati pubblicati dalla Consob nel rapporto annuale 2021 relativi alle rendicontazioni non finanziarie. L’adempimento di questi obblighi con il focus sui modelli esg e sulle corporate governance per una finanza più giusta e al servizio dell’uomo. Quello che adesso serve sono proposte concrete da parte della politica per la realizzazione dell’Agenda”. 

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “Quello degli investimenti etici è un punto fondamentale se vogliamo cogliere a pieno quelli che sono gli input offerti dal Pnrr per ottenere effetti e rimedi sull’attuale, complessa, situazione economica non solo italiana ma internazionale. Un percorso che, mi auguro, non venga rallentato da vicende politiche che addensano nubi minacciose sul prossimo futuro”.

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