2 agosto, il sindaco di Bologna: “Nello Stato c’è ancora chi non vuole la verità”

BOLOGNA – Le commemorazioni di domani per il 2 agosto saranno “più partecipate” dell’anno scorso. A Bologna arriveranno “persone da tutta Italia” e ci saranno anche “più parenti” rispetto alle passate edizioni, “nonostante il Covid”. A dirlo è il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazioni di Bologna, Paolo Bolognesi, che questa mattina ha dato il via alle cerimonie in ricordo del 2 agosto 1980 con la consueta manifestazione al cippo di Villa Torchi, dedicato ai sette bambini uccisi dallo scoppio della bomba in stazione. I bambini delle scuole Mader (che da quest’anno portano il nome proprio di due piccole vittime della strage) hanno deposto la corona di fiori al monumento, insieme alle staffette podistiche della memoria. Presente anche Miriam Ridolfi, assessore comunale quel 2 agosto 1980, che ogni anno realizza progetti con le scuole per ricordare la strage e che quest’anno ha collaborato con gli studenti delle Aldini.

Il cippo di Villa Torchi che ricorda i sette bambini uccisi nella strage del 2 agosto 1980

“NELLO STATO CI SONO ANCORA PERSONE CHE NON VOGLIONO LA VERITÀ”

“Attraverso la scuola, la cultura, i monumenti e la memoria dobbiamo continuare a raccontare e riflettere sul dolore e su cosa voleva attuare chi ci ha ferito- afferma il sindaco di Bologna, Matteo Lepore- le Istituzioni esistono per difendere le persone e abbiamo bisogno di Istituzioni buone, che proteggono e difendono i cittadini. Ci sono ancora oggi all’interno dello Stato persone che non vogliono la verità. Di quale riscatto della Patria parliamo se ancora oggi non si ha il coraggio di dire la verità sul 2 agosto a Bologna?”.

IL PROCESSO AI MANDANTI

Il sindaco fa più volte riferimento al processo ai mandanti. E alla sentenza di primo grado si richiama anche Bolognesi. “I terroristi pagati per fare la strage senza i servizi segreti a tenerli per mano non sarebbero andati da nessuna parte- afferma il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime- l’omertà è ancora molto insistente, ma per fortuna qualcuno ha parlato”. I vertici dei servizi segreti che misero in atto il depistaggio, continua Bolognesi, “furono nominati dal Governo guidato da Andreotti, con l’avvallo di Cossiga allora ministro dell’Interno. E questo non va dimenticato- incalza il presidente- quando si parla di schegge impazzite dello Stato si limita la responsabilità dei politici che hanno nominato quelle persone”.

LA PISTA PALESTINESE

Bolognesi ricorda poi la cosiddetta pista palestinese. “Il primo versamento di denaro per creare piste internazionali è del febbraio 1979- ricorda il presidente- la pista palestinese non è altro che un’elaborazione piduista. E le false dichiarazioni risalgono ancora al 2019, quindi la verità del processo ai mandanti va a toccare assetti ancora attuali”.

Per la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, la strage “è una ferita mai pienamente rimarginata, ma è giusto così perchè ci serve per portare avanti la memoria e l’impegno. Quest’anno siamo qui con il cuore più pieno accanto ai familiari delle vittime perchè si è chiuso il primo grado del processo ai mandanti. Quella sentenza è stata aspettata troppo a lungo, segna un passo avanti nell’individuazione di chiare responsabilità. Non ci fermeremo per continuare a fare piena luce”. Per Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile e segretaria del Pd di Bologna, “la battaglia per avere verità e giustizia sarà sempre la nostra priorità. Non è vero che la storia italiana è piena di misteri. Sulla strage di Bologna è arrivata una sentenza fondamentale, non solo per Bologna ma per tutta Italia. È stata una strage politica che voleva destabilizzare la nostra vita democratica. E come cittadini ne dobbiamo essere consapevoli”.

Silvia Zamboni, vicepresidente dell’Assemblea legislativa, aggiunge: “Quest’anno non ci sono più alibi per strane ricostruzioni e per fantomatiche piste palestinesi”. Anche Andrea De Maria, deputato Pd, evidenzia che “i nuovi processi in corso stanno facendo luce sui mandanti della strage e su quella ‘strategia della tensione’ che ha profondamente segnato la storia del Paese. Un risultato di grandissimo valore per la nostra democrazia, che è prima di tutto frutto dell’impegno e della determinazione della associazione dei familiari delle vittime”. La verità giudiziaria “che sta arrivando a fare piena luce su ispiratori e depistatori della strage” per De Maria “resiste alla riproposizione di piste alternative, che si dimostrano ogni giorno di più prive di fondamento. Stavamo poi per approvare alla Camera la legge per le vittime del terrorismo, a mia prima firma e sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari. Come ha chiesto con grande determinazione Paolo Bolognesi deve essere impegno di tutti approvarla nella prossima legislatura”.

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