Africa, odontoiatra: “Evolve virus Lassa, causa anche tumore orale”

ROMA – “Sono purtroppo costretto a togliere la parola ‘forse’ e a confermare che in alcuni Paesi dell’Africa un temibile e pericoloso virus, cugino dell’Ebola, infetta quanti mangiano topi, pipistrelli e serpenti, spesso crudi e causa la loro morte. È un virus che provoca tumore, il virus non è nuovo ma fino ad oggi si pensava che potesse dare solo la febbre emorragica come l’Ebola. Invece da ieri abbiamo scoperto che può anche sviluppare tumori, perchè agisce sul Dna delle cellule che provoca il tumore”. Lo sottolinea alla Dire l’odontoiatra di Roma e volontario in Africa, Marco de Feo, che nel marzo scorso aveva raccontato all’agenzia questa terribile realtà, che colpisce e uccide decine di migliaia di bambini e giovani adulti a causa di tumori orali non curati.

È UN LASSA VIRUS, FA PARTE DEGLI ARENAVIRUS

“Si tratta- informa- di un virus zoonotico, il Lassa virus, che fa parte degli Arenavirus. Finalmente abbiamo dato una spiegazione a questi tumori, che peraltro, anche se il campo di ricerca è stato limitato al Congo e all’Uganda, rappresentano una realtà presente in tutto il mondo povero”.

TUMORI IN PAZIENTI CHE MANGIANO RATTI E DOVE C’È SCARSA IGIENE

L’odontoiatra di Roma spiega inoltre di aver studiato le popolazioni africane e le loro abitudini alimentari e di aver scoperto che i ratti rappresentavano il minimo comune denominatore tra i pazienti. “Tutti questi popoli che mangiano topi, o comunque quelle Nazioni dove c’è poca igiene e dove si usa acqua infetta per bere o per lavarsi, soffrono di queste neoplasie. Ad esempio questi tumori non sono stati segnalati negli ospedali del centro di San Paolo del Brasile, cosa che è invece avvenuta nelle favelas”.

SCONOSCIUTO IL NUMERO DELLE VITTIME

Impossibile, comunque, quantificare il numero delle vittime. “Nessuno può saperlo perchè, come avevo detto qualche mese fa, questi tumori non vengono registrati, non ci sono ospedali, la gente muore e i pochi nosocomi missionari che accolgono i pazienti molte volte nemmeno si preoccupano della loro registrazione, soprattutto per la mancanza di Internet e di comunicazione. Nessuno sa nulla ma si prevede che in tutto il mondo ci siano decine e decine di migliaia di malati”.Il dottor de Feo ha svolto personalmente il lavoro sul campo ma rende noto che ha effettuato questa scoperta “con la collaborazione importante e necessaria dell’Università di Kinshasa, dipartimento di virologia, diretto dal professor Steve Ahuka, e qui in Italia ho avuto l’appoggio della professoressa Silvia D’Agostino, dell’Istituto nazionale tumori, e di due dottoresse dell’Istituto superiore di sanità, dipartimento malattie infettive”.

AGIRE IN FRETTA PER SCONFIGGERE IL NEMICO

Ora che è stata scoperta la causa del cancro bisogna agire in fretta ma il dottor de Feo è convinto che la strada da percorrere sia ancora lunga e tortuosa. “Dal punto di vista sociologico è difficile evitare che in Africa le persone continuino a mangiare topi o lavarsi o bere acqua infetta. Questi sono tumori della povertà. Ora, invece, conosciamo l’avversario, conosciamo il nemico e possiamo sconfiggerlo con una terapia medica ancora da sviluppare. In questo modo potremo in futuro evitare i decessi”, conclude.

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