No al nucleare e più tasse ai ricchi, ecco il decalogo degli scienziati in vista delle elezioni

BOLOGNA – Un decalogo sull’energia e il clima, a cui i politici candidati alle prossime elezioni sono chiamati a rispondere. E sulla base delle loro idee e della loro eventuale adesione a questi dieci punti, i cittadini potranno decidere come votare. È l’iniziativa messa in campo dal gruppo di ricercatori ‘Energia per l’Italia’, coordinato dal professore emerito dell’Alma Mater di Bologna, Vincenzo Balzani.

Il decalogo tocca e declina questioni come la transizione energetica, l’addio alle fonti fossili, l’energia vista “come bene comune”, il no deciso al nucleare, la sostenibilità di edifici e trasporti, la crisi climatica, l’inquinamento, l’agricoltura sostenibile, l’equità sociale e la pace in Europa. Da questo punto di vista, gli scienziati lanciano l’ennesimo appello perché la guerra “va fermata subito” e perché “l’Italia si impegni affinché riprendano i negoziati per un immediato cessate il fuoco”. Sul fronte dell’equità sociale, invece, i ricercatori guidati da Balzani caldeggiano un sistema che prevede “tassazione progressiva più spinta, tetti agli stipendi più elevati, alte tasse di successione e tasse sui patrimoni elevati”, a fronte di uno sviluppo e potenziamento di servizi e beni pubblici come “sanità, scuola, trasporti, strutture sportive e parchi”.

Per quanto riguarda la transizione energetica, invece, “è necessario accelerare” il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. In questo modo, spiegano gli scienziati, “dipenderemo meno dalle importazioni di gas e petrolio, avremo rapidamente bollette più basse, benefici ambientali e climatici, e anche una crescita virtuosa degli investimenti e dell’occupazione”. Risparmio energetico, fonti rinnovabili, pannelli solari e motori elettrici devono diventare la regola anche per gli edifici pubblici e privati e per i trasporti, con “prezzi politici” per quello pubblico locale.

Per il gruppo di saggi guidati da Balzani, inoltre, “è necessario che ognuno sia messo nelle condizioni di produrre energia pulita, e di condividere e scambiare l’energia prodotta attraverso la rete elettrica e il relativo mercato, che devono essere riorganizzati per gestire il 100% di energia elettrica rinnovabile”. In altre parole “l’energia deve diventare un bene comune” e in questo senso è “indispensabile l’evoluzione delle comunità energetiche”. A questo va aggiunto un deciso stop ai “sussidi alle fonti fossili”, che in Italia ogni anno drenano “ben 35,5 miliardi di euro”.

In questo quadro, sostengono gli scienziati, il ritorno al nucleare “è totalmente sbagliato”, perché “il problema delle scorie non ha ancora una soluzione e sussiste il pericolo di gravi incidenti alle centrali”. Inoltre, “il nostro Paese non è adatto al nucleare, essendo un territorio densamente popolato e sismico, che non ha riserve di uranio e neanche più le competenze per costruire e gestire le centrali”. Gli scienziati premono poi per l’adozione in tempi rapidi di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che comprenda anche la “formazione” dei cittadini, per lo stop al consumo di suolo, per la riduzione dell’impatto ambientale di agricoltura e allevamento, per la riforestazione del territorio e per un maggiore sforzo nella lotta all’inquinamento.

Gli scienziati del gruppo ‘Energia per l’Italia’ si rivolgono dunque agli italiani, “chiamati al voto in un momento critico per il futuro del Paese- si legge nel manifesto- siamo in una ‘tempesta perfetta’, nella quale le difficoltà sociali ed economiche della pandemia non ancora risolta si sommano all’emergenza climatica e alla crisi energetica, resa ancor più drammatica dalla guerra scatenata dalla Russia nel cuore dell’Europa”. In questo momento, continuano gli scienziati, nel quale gli italiani “sono ancora preoccupati per la propria salute fisica, ma ancor più per le bollette di gas e luce e per i rincari del cibo, nel quale gli agricoltori vedono sparire i raccolti e le aziende energivore sono costrette a fermare gli impianti, nel quale i giovani vedono sfumare il loro futuro, siamo chiamati a votare avendo ben chiari i programmi dei partiti che si candidano a governare”. I ricercatori invitano dunque “elettori e politica a ragionare su un ‘Decalogo’ di azioni e proposte”. E nei confronti dei cittadini aggiungono: “Quando andrai a votare, considera questi dieci punti. Ti invitiamo a votare, perché solo così sarai l’artefice del tuo futuro e di quello dei tuoi figli”. 

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