Specializzazioni, le scuole non entrano nel decreto

Le specializzazioni per i commercialisti escono dal decreto fiscale. È stato bocciato l’emendamento che consentiva al Consiglio nazionale dei commercialisti di istituire le Scuole di alta formazione (peraltro già operative) e di prevedere l’iscrizione degli “specialisti” nella sezione A dell’albo. Un emendamento che aveva sollevato alcune perplessità da parte delle associazioni sindacali. Secondo il presidente dei commercialisti Massimo Miani «non è stata colta la portata storica di questo passaggio». «L’introduzione delle specializzazioni non è un percorso obbligatorio spiega Miani ma è un garanzia per una crescita della professionalità e . delle conoscenze settoriali della categoria». Miani è possibilista: «Non escludo che l’emendamento sarà ripresentato alla Camera afferma e ringrazio il ministro Orlando per l’attenzione dimostrata alla nostra categoria e al mondo delle professioni». Andrea Ferrari, presidente dell’Aidc ritiene che questa’ bocciatura sia una sconfitta per la categoria.«11 tema delle specializzazioni afferma viene percepito in maniera diversa dal Consiglio nazionale e da un’ampia parte della base; l’assenza di un percorso di condivisione da parte dei vertici ha fatto sì che verso le specializzazioni sia maturata una crescente diffidenza. Spero che questa vicenda conclude Ferrari ci porti sulla strada di un concreto dialogo tra le diverse rappresentanze della categoria». Enzo De Maggio, presidente Adc entra nel merito del testo bocciato: «Le specializzazioni sono necessarie alla categoria afferma ma l’emendamento sulle Saf (scuole di alta formazione) conteneva due criticità: l’esclusione dei giovani, dato che l’accesso era possibile solo con cinque anni di iscrizione all’albo, e il criterio scelto per dimostrare le competenze acquisite sul campo dai senior». Per De Maggio la continuità e la prevalenza non sono garanzia di qualità. E conclude: «Ora ci aspettiamo che si apra un confronto su queste criticità tra vertici e sindacati e si avvii un dibattito con la base».

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