Von der Leyen: “Elezioni in Italia? Se le cose vanno male, abbiamo gli strumenti”

ROMA – “Ci sono preoccupazioni a proposito delle imminenti elezioni italiane, considerando che molti politici hanno avuto rapporti con Putin?”. L’ultima domanda posta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ospite dell’Università di Princeton negli Stati Uniti, suscita una risposta che viaggia oltreconfine e diventa un caso politico in Italia, a due giorni dal voto.

LE PAROLE DI VON DER LEYEN SULLE ELEZIONI ITALIANE

Ecco la risposta della guida dell’esecutivo Ue: “È esattamente ciò di cui stavo parlando prima, la democrazia ha bisogno di ognuno di noi. Si tratta di un costante ‘work in progress’ che non si può mai considerare terminato e non è mai al sicuro – osserva von der Leyen -. Dipende da quanto le persone lottano per la democrazia”.

Poi la presidente della Commissione Ue scende nei dettagli: “Vedremo i risultati del voto, si sono appena svolte elezioni anche in Svezia (con la vittoria della destra, ndr). Il mio approccio è che lavoreremo insieme a qualsiasi governo democratico che voglia collaborare con noi”. E poi l’osservazione finale, quasi un avvertimento anche per il riferimento a due membri Ue nel mirino delle istituzioni comunitarie: “Se le cose andranno in una direzione difficoltosa – ho già parlato di Polonia e Ungheria -, abbiamo gli strumenti per agire”.

SALVINI: “SQUALLIDA MINACCIA”

A stretto giro di posta, arriva la reazione di Matteo Salvini: “Si tratta di una squallida minaccia, un’invasione di campo non richiesta. La signora presidente della commissione Ue rappresenta tutti gli europei, tutti gli italiani, il suo stipendio è pagato da tutti noi”, ricorda a ‘Mattino 5’ il segretario della Lega. Mi è sembrata “una disgustosa e arrogante minaccia ‘se gli italiani voteranno per la Lega faremo delle sanzioni'”.

Poi Salvini aggiunge: “Il gruppo parlamentare della Lega a Bruxelles presenterà una mozione di censura. Chiediamo rispetto, domenica votano gli italiani, non i burocrati di Bruxelles, Berlino e Parigi. E se a Bruxelles qualcuno pensasse di tagliare i fondi del Pnrr allora c’è da ripensare questa Europa a cui chiedo protezione non minacce”, conclude il leader del Carroccio.

RAMPELLI (FDI): “VON DER LEYEN MISURI I TONI”

“Consiglio alla presidente von der Leyen di misurare i toni. È Commissario europeo e rappresenta tutti i cittadini del Continente, non solo quelli del partito e di Enrico Letta”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia. “L’Italia è Stato fondatore dell’Ue – ricorda l’esponente meloniano – e nessuno, ripeto, nessuno può mettere in discussione il risultato di libere elezioni”.

Rampelli prosegue nella replica a von der Leyen: “Toni minatori e ricattatori li usasse verso i nazistelli e i filo cinesi di casa sua fermo restando che non ci spaventano, mentre è sicuro che mettono in pessima luce chi li pronuncia. Già prese un granchio quando accusò l’Italia di essere lo Stato untore che diffondeva la pandemia. Poi si è oltretutto scoperto che il paziente era in Baviera… Chiese scusa, lo faccia anche ora”. Infine da Rampelli arriva un attacco al Pd: “Se poi il suggeritore di certe improvvide affermazione è il Pd, allora abbiamo validi motivi di considerarlo un traditore della Patria”.

TAJANI: “NON C’È DA PREOCCUPARSI O DA USARE QUESTO LINGUAGGIO”

L’avviso di Ursula von der Leyen sul voto? “Le cose andranno bene. Non serve usare questo linguaggio. L’Italia è un Paese democratico, libero, che crede nei valori dell’Unione Europea”, spiega Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, a margine di un incontro elettorale a Napoli. “Siamo europeisti convinti, siamo dalla parte dell’occidente e lo siamo sempre stati”.

“Abbiamo dimostrato sempre grande serietà, credibilità, affidabilità. Quindi – prosegue l’esponente forzista – non ci sono problemi, non devono esserci dubbi sulla serietà di un futuro governo di centrodestra. Quindi non ci sarà da fare alcuna scelta: conoscono me, conoscono bene chi siamo, non credo ci sia da doversi preoccupare in nessuna parte del mondo, né a Bruxelles, né altrove”.

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